"Durante le votazioni in modalità segreta ci controlliamo a vicenda". E’ bufera dopo la dichiarazione di ieri del Capogruppo Uv, Ego Perron, al quotidiano La Stampa.
In mattinata il segretario del Pd, Raimondo Donzel aveva lanciato un appello al Presidente del Consiglio, Emily Rini: "perché, anziché occuparsi degli abiti indossati dai Consiglieri regionali, si occupi con urgenza di garantire la segretezza del voto nell’Aula del Consiglio regionale, che già è stato oggetto di contestazioni nella passata Legislatura, comportando anche spese non indifferenti per cambiare il sistema di voto elettronico."
Non si è fatta attendere la replica di Perron: "La mia dichiarazione è stata male interpretata e volutamente strumentalizzata. Quando parlo di controllo mi riferisco ad un corretta e puntuale indicazione condivisa tra tutti i consiglieri del gruppo di quella che è la scelta del movimento". E poco dopo è arrivata anche una nota del Presidente del Consiglio, Emily Rini: "Ho provato sconcerto e preoccupazione su quanto emerso oggi in merito alle modalità di votazione." Il Presidente che annuncia di voler incontrare in giornata gli interessati per chiarire la vicenda sottolinea anche come "Il sistema di voto elettronico dell’Aula consiliare, che è un sistema isolato dalla rete informatica del Consiglio regionale, assicura la piena segretezza al voto che il Consigliere regionale esprime con votazione a scrutinio segreto. Infatti, così come certificato dall’azienda che ha fornito l’impianto – lo stesso che viene utilizzato presso il Senato della Repubblica, la Camera dei deputati, il Parlamento europeo –, in nessun caso è possibile risalire al voto espresso da uno o qualsiasi dei votanti perché non c’è alcuna memorizzazione dei dati."