Il Messager Valdôtain da oggi arriva nelle case dei valdostani

Nel solco di un’esperienza più che centenaria, pur avendo via via ampliato i propri contenuti, il Messager ha tenuto fede alle finalità specifiche della sua 'vocazione'.
Luigi Calderola, della Tipografia Valdostana, e il presidente Rollandin
Economia

La Valle d’Aosta raccontata in 392 pagine. Un intero anno ripercorso secondo la narrazione consueta del Messager Valdôtain che da più di 100 anni racconta il nostro territorio e il popolo che lo abita. Da oggi, sabato 7 dicembre, infatti l’almanacco è in vendita nelle edicole e nelle rivendite autorizzate insieme al calendario, dedicato ai 90 anni del Parco Nazionale del Gran Paradiso, e all’abituale agenda del nuovo anno illustrata con le opere di Francesco Nex. Il Messager è stato presentato alla stampa da Luigi Calderola, della Tipografia Valdostana, e dal presidente della Regione, Augusto Rollandin.

Nel solco di un’esperienza più che centenaria, pur avendo via via ampliato i propri contenuti e posto attenzione ai mutamenti socio-culturali sopravvenuti in questo lungo arco di tempo, il Messager ha tenuto fede alle finalità specifiche dell’almanacco, offrendo al pubblico tradizione e continuità. Ne abbiamo conferma nell’ampia sezione centrale dedicata alle cronache dai singoli comuni della Valle, nel resoconto degli avvenimenti di rilievo succedutisi nell’arco di un anno in Valle d’Aosta, in Italia e nel mondo, e nelle pagine iniziali riservate al classico calendario, sempre molto atteso e consultato.

Tra i numerosi spunti che i lettori potranno trovare, proprio con una ricca pagina di storia si apre il primo contributo, che ripercorre le vicende della parrocchia di Saint-Christophe, sviluppatasi intorno a un antico insediamento romano e via via ingranditasi fino ai profondi mutamenti urbanistici degli ultimi decenni.
La partenza dalla Valle d’Aosta dei canonici del Gran San Bernardo, ha offerto lo spunto per un excursus storico sul complesso di Château-Verdun a Saint-Oyen, nato come ricovero per i viandanti, ma divenuto poi per molti secoli florida azienda rurale, deputata al mantenimento dell’Ospizio del Mont-Joux, fino all’attuale destinazione di casa d’accoglienza.
 

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