Microcomunità, ipotesi di chiusura per sette strutture

A individuare le strutture, inefficienti da chiudere, è un documento elaborato da un gruppo tecnico del Celva. Le micro interessate sono: Arvier, Cogne, Via Saint-Martin de Corléans, Antey-Saint-André, Torgnon, Challand-St-Anselme e Gressoney-Saint-Jean.
Politica

Razionalizzare e ridurre la spesa. Sarà questo il leit motiv che accompagnerà nei prossimi mesi il lavoro degli amministratori pubblici. Sindaci e presidenti di comunità montane hanno iniziato nei giorni scorsi a fare i conti sui servizi socio-assistenziali residenziali regionali per gli anziani. In realtà dati e numeri i primi cittadini li hanno trovati già tutti sul tavolo, contenuti all’interno delle linee guida elaborate da un gruppo tecnico del Celva coordinato da Giusto Perron. Una bozza di lavoro che, senza tanti giri di parole, va dritto al sodo: per razionalizzare i servizi bisogna chiudere le microcomunità che presentano meno benefici dal punto di vista del rapporto tra il numero di posti letto e i costi di gestione e/o messa a norma. Cioè quelle sotto i 18 posti e che non sono state messe a norma negli ultimi 5 anni. Ecco quindi le strutture sulle quali si abbatterà nei prossimi mesi la scure dei tagli: Arvier, Cogne, Via Saint-Martin de Corléans, Antey-Saint-André, Torgnon, Challand-Saint-Anselme e Gressoney-Saint-Jean. A queste si aggiungono poi le micro destinate a chiudere in vista dell’apertura di nuove strutture: La Thuile, Pré-Saint-Didier, Viale Europa, Via G. Rey, la comunità alloggio di Via Capitano Chamonin, Fontainemore e Pontboset.

Ma non è solo la chiusura delle micro “inefficienti” a suggerire il tavolo tecnico. Nel documento si parla anche di potenziare le convenzioni con il privato e promuovere lo sviluppo dell’offerta socio assistenziale residenziale privata. Dalle attuali 27 (554 posti letto) microcomunità pubbliche si passerebbe cosi a 19 (524 posti letto, a consuntivo di tutti gli ampliamenti e delle nuove costruzioni). Trenta posti letto in meno che andrebbero compensati dall’offerta privata. Una manovra che, almeno nell’immediato non porterà però grossi risparmi. Da una parte infatti scende di un milione di euro il costo annuo per il sistema pubblico dei posti letto in strutture pubbliche (da 17.747.971,70 a 16.786.890,20 euro), dall’altra parte aumenta di circa 700mila euro il costo per le casse regionali per i posti letto in strutture private convenzionate (da 5.704.895,25 a 6.433.179,75 euro) . Il documento parla poi di specializzare l’offerta, ridurre i costi fissi di gestione, definire un costo standard per tipologia di struttura e modificare lo standard organizzativo minimo ma anche di disincentivare e ridurre le assunzioni a tempo determinato. Sul fronte del personale la proposta è anche di promuovere l’utilizzo dell’assistenza domiciliare, per cui da tempo voci di corridoio parlano di una privatizzazione del servizio, e dell’assistenza personale, andando ad aumentare i contributi della legge regionale 23/2010.

I presidenti delle comunità montane avevano come termine la giornata di oggi per dare risposte al Celva sul documento. Ieri mattina è toccato alla Grand Paradis. I sindaci, come spiega il Presidente Bruno Domaine, si sono trovati d’accordo sulla necessità di mantenere la microcomunità di Cogne, come auspicato dal Sindaco Franco Allera, per le sue peculiarità. “Con la chiusura in questi mesi – sottolinea Domaine – della struttura privata, Cogne rischierebbe di trovarsi dagli attuali 27 a zero posti. La micro di Arvier che conta oggi 13 posti è una struttura situata in un ambiente di recupero e nelle cui vicinanze vi sono altre strutture come quelle di Saint-Pierre e Introd”.

Nelle settimane scorse il documento è finito sul tavolo della Monte Cervino. "Pur sostenendo fortemente l’importanza e la peculiarità dei servizi agli anziani – spiega il Presidente Fabrizio Trèves – tenuto conto dell’effettiva carenza di risorse economiche e della situazione contingente è stata posta una seria riflessione nell’ottica di una riorganizzazione mantenendo i servizi all’utenza ed evitando penalizzazioni per il personale operante nelle strutture. Pertanto si è valutata l’ipotesi di chiusura della microcomunità di Torgnon, struttura a 11 posti, si è preso atto dell’ampliamento della microcomunità di Pontey da 25 a 42 posti, del funzionamento a "pieno regime" della nuova microcomunità di Valtournenche, malgrado posta a 1500 metri di altezza e "testata di valle" e dell’importanza del mantenimento della microcomunità di Antey-St-André, fondamentale polmone baricentrico e soprattutto funzionale ed economica, in quanto collocata nella RSA." La parola ora ritorna al Celva che dovrà licenziare il documento.

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