“In Valle il non profit dipende troppo dal pubblico”

Dai dati del censimento, la nostra regione conferma una radicata propensione alla solidarietà. Zamaro: “C’è una sorta di dipendenza culturale del non profit dal modello di funzionamento delle pubbliche amministrazioni”.
I relatori del Convegno
Economia

La Valle d’Aosta, anche se nei piccoli numeri, conferma una radicata propensione al volontariato e alla solidarietà. E’ quanto emerge dai dati del Censimento Istat del 2011, secondo il quadro descritto da Nereo Zamaro, dirigente dell’Istituto statistico nazionale, che venerdì 6 dicembre è stato ospite del convegno “Osservare, capire, agire” organizzato dalla Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta, dall’UniVda, dall’amministrazione regionale e dalla Chambre Valdotaine.

Nella nostra regione sono presenti 1.319 soggetti attivi nel non profit con 2.113 addetti, 598 lavoratori temporanei e ben 18.962 volontari. “Numeri davvero ragguardevoli – sottolinea Nereo Zamaro, dell’Istat – sia con riferimento alle medie nazionali, sia se paragonati con quelli di Trento e Bolzano”. Zamaro, tuttavia, ha messo sotto la lente di ingrandimento luci e ombre del mondo della solidarietà in Valle d’Aosta: “Sembra profilarsi una sorta di dipendenza culturale del non profit dal modello di funzionamento delle pubbliche amministrazioni”.

E non basta. Se fra il 2001 e il 2011 a livello nazionale le unità attive delle istituzioni pubbliche sono diminuite del 21,8%, gli addetti attivi in esse sono calate dell’11,44% e i volontari – sempre nelle istituzioni pubbliche – sono calati del 56,8%, in Valle d’Aosta si registrano numeri in controtendenza. Diminuiscono le unità attive delle istituzioni pubbliche (-13,8%), ma aumentano gli addetti nel pubblico (+22,4%) e i volontari nel pubblico (+84,6%).

Secondo il ricercatore, se nella media nazionale si contano 40 soggetti del non profit ogni istituzione pubblica, in Valle d’Aosta e Trentino si contano 10 soggetti del non profit ogni istituzione pubblica. “E’ necessario ragionare sull’impatto delle iniziative promosse dalle organizzazioni di terzo settore. Da un’osservazione attenta dei dati deve partire la sfida per l’innovazione sociale che deve passare attraverso misurazioni precise”.
 

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