Chiusura micro Torgnon, il Sindaco Machet: “Non siamo stati coinvolti nella decisione”

E’ furiosa Cristina Machet, primo cittadino di Torgnon che in una lettera rivolta al responsabile del gruppo tecnico del Celva e al Presidente della Comunità montana Monte Cervino, esprime la sua contrarietà rispetto all’ipotesi di chiusura.
Cristina Machet - Torgnon
Società

Il consiglio dei sindaci della Comunità montana Monte Cervino decide di chiudere la microcomunità di Torgnon ma il sindaco del paese non ne viene informato. E’ furiosa Cristina Machet, primo cittadino di Torgnon che in una lettera rivolta al responsabile del gruppo tecnico del Celva, Giusto Perron, incaricato di rivedere l’organizzazione servizi socio-assistenziali residenziali regionali per gli anziani e al Presidente della Comunità montana Monte Cervino, Fabrizio Trèves, esprime la sua contrarietà rispetto all’ipotesi di chiusura della micro.

La struttura di Torgnon, come annunciato nei giorni scorsi, è tra le sette individuate (Arvier, Cogne, Via Saint-Martin de Corléans, Antey-Saint-André, Torgnon, Challand-Saint-Anselme e Gressoney-Saint-Jean) dal gruppo tecnico del Celva coordinato da Giusto Perron che vanno chiuse in quanto presentano meno benefici dal punto di vista del rapporto tra il numero di posti letto e i costi di gestione e/o messa a norma.

“Spiace evidenziare che la Comunità montana – spiega nella missiva Cristina Machet – ha affrontato un tema delicato, con evidenti ricadute sul territorio, senza garantire l’opportuna informazione e partecipazione delle amministrazioni interessate, in particolare, il Comune di Torgnon, sede di una delle micro comunità che si intende chiudere. Non risulta, infatti, alcuna delibera o nota ufficiale relativa all’argomento Microcomunità per anziani."

Il sindaco di Torgnon chiede quindi di rimettere sul tavolo la decisione, ribadendo come il servizio sia delegato alla Comunità montana Monte Cervino. “Considerato che nessuna decisione è stata ufficialmente assunta – scrive ancora Cristina Machet – chiediamo alla Comunità montana di fornire ogni documentazione utile per esaminare la questione e valutare le ipotesi di riconversione della struttura. “
 

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