Era decisamente infiammata l’atmosfera che si respirava questa mattina alla riunione del CPEL/CELVA. Il Presidente dell’assemblea e Sindaco di Aosta Bruno Giordano non ci sta, respinge al mittente le accuse piovutegli da Place Deffeyes, dove si svolge in simultanea al CELVA il Consiglio Regionale, e attacca a sua volta.
Se non siamo allo scontro istituzionale vero e proprio insomma ci siamo pericolosamente vicini. “Mi prendo tutta la responsabilità politica di quanto ho fatto – dice Giordano in apertura dei lavori dopo una breve relazione sulle attività 2013, riferendosi al parere del CPEL sul disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio da 68 milioni di euro apostrofata in Consiglio Valle come ‘illegittima’ – perché siamo riusciti a portare a casa 2 milioni e 184mila euro usando peraltro una forma neutra già utilizzata in passato, quando non c’era la mia firma ma potete immaginare quale ci fosse. Una prospettiva vantaggiosa per gli Enti Locali e per i comuni che devono rispettare il Patto di Stabilità che possono vedersi riassegnare 2 milioni di euro, risorse che sarebbero andate perse”.
Poi la disamina di Giordano si fa più ficcante, fino a raggiungere il suo culmine con la dichiarazione di dimissioni: “Io non ho commesso nessun falso – attacca Giordano – e dopo queste accuse rimetto il mio mandato di Presidente nelle mani di questa assemblea. Ho sempre cercato di non venire qui a fare politica ma in tutti i Consigli Regionali si fa il mio nome e cognome. Non c’è stato nessun falso né nessuna delegittimazione del CPEL, il Consiglio di Amministrazione ha deciso all’unanimità di scrivere quella formula che andava consegnata entro l’ultimo Consiglio Regionale utile, ovvero questo. Perché sia chiaro che non accetto lezioni di moralità da nessuno”.
A difesa di Giordano prosegue, il Sindaco di Aosta affila gli artigli e specifica: “Non c’è nessun falso né ideologico né morale e per me conta più la sostanza che la forma. Se credete che ci sia stato questa assemblea si esprimerà a riguardo. Io non sono stato eletto dal Consiglio Regionale, altrimenti non avrei mai accettato. Non sto certo qui per il prestigio né perché ho bisogno di un posto, ma non ho più intenzione di difendermi da questi attacchi meschini. Se mi chiedete di fare un passo indietro o a lato non c’è problema, ma sia chiaro a tutti che io faccio esclusivamente gli interessi degli Enti Locali e della Valle d’Aosta”.
L’assemblea dei Sindaci, dalla sua, prende posizione eccome e vota all’unanimità, più unita che mai, il parere da mandare in Regione e, di fatto, la riconferma di Giordano al suo vertice e non lesina critiche aspre all’operato del Consiglio Valle stesso. È Jean Barocco, Sindaco di Quart, ad aprire le danze: “Le forze politiche regionali – afferma – vogliono fomentare lo scontro istituzionale. Dimostriamo noi di essere amministratori seri che non cadono nelle provocazioni perché degli Enti che litigano non danno un bel segnale. Qui se non facciamo niente i forconi aumenteranno. La mia proposta è quella di produrre un documento di pieno sostegno al nostro Presidente”.
Gli Enti fanno quadrato ma non si limitano a questo: “La fatica e la pressione è tutta sui sindaci – attacca Fabrizia Derriard, Sindaca di Courmayeur – perché siamo noi a trovarci di fronte ai cittadini. Invece c’è gente che a quanto pare ha ancora del tempo da perdere”. Ad alzo zero Riccardo Bieller, Presidente della Comunità montana Valdigne Mont Blanc, che chiama esplicitamente alla protesta: “Perché non andiamo tutti quanti assieme davanti a Palazzo Regionale? Dobbiamo farci sentire”.
Il vero colpo lo scocca però Franco Manes, Sindaco di Doues: “Quante volte noi sindaci ci siamo presentati nelle varie riunioni delle Commissioni consiliari in Regione mentre i commissari twittavano o leggevano il giornale invece di ascoltarci?”. I social network appunto, l’arena nella quale stamattina si è consumato lo scontro fra Enti, una ‘guerra dei tweet‘ che arrivavano a pioggia dal Consiglio Regionale e che hanno scaldato l’atmosfera al CELVA, sulla linea di fuoco tra Place Deffeyes e Piazza Narbonne.


