Gentile Direttore,
mi permetto di intervenire per completare e in parte rettificare quanto riportato nell’articolo “La crisi svuota gli asili nido” apparso sulla vostra testata. Il testo descrive, in modo argomentato e ricco di contributi, una situazione inedita nella nostra regione che vede diradarsi le frequenze ai nostri servizi per la prima infanzia a causa di una sofferenza economica delle famiglie davvero importante e prevede per il futuro prospettive di ridimensionamento e di limitazioni. Quando sono stato interpellato, ho confermato la notizia sulla contrazione delle risorse, ma ho esplicitamente precisato che NON si può parlare di débacle: una riduzione del capitolo di bilancio di un milione su cinque è sensibile, pari al 20%, ma non equivale a uno smantellamento del sistema. Non è stata presa, inoltre, ancora alcuna decisione rispetto ai cambiamenti da apportare alle direttive regionali e dunque l’aumento del rapporto educatore-bambino da 1/6 a 1/8 è una delle tante ipotesi allo studio. Nessuna intenzione di fare gli struzzi, ma neppure di gridare “al lupo al lupo”: a maggior ragione quando sono coinvolte professionalità qualificate e impegnate a garantire un modello virtuoso di cui ci siamo vantati – a ragion veduta – in tutti questi anni. Convinti del fatto che i grandi mutamenti richiedano sforzi corali di democrazia e di condivisione, i coordinatori e gli enti gestori dei servizi sono stati coinvolti, mesi fa, in un percorso di riflessione che portasse a condividere strade possibili di razionalizzazione e di risparmio in coerenza con una serie di principi pedagogici inalienabili. Questi, peraltro, sono stati recentemente codificati nelle “linee guida regionali dei servizi per la prima infanzia” e ad essi sono legati i valori educativi e di cittadinanza propri di una comunità matura. Inoltre, è aperto un tavolo con il Celva sul quale ipotizzare strade praticabili per tutti e impattanti nel modo più morbido possibile sul tessuto sociale. Con le organizzazioni sindacali, analogamente, si concerteranno in un futuro assai prossimo le azioni più tutelanti per i lavoratori, seppure nel rispetto degli obiettivi di bilancio. Inopportuno quindi, anzi demoralizzante, disegnare scenari apocalittici per il futuro: per produrre i risparmi previsti non dovremo suicidarci, né adottare una sola misura, ma ideare un dispositivo equilibrato di interventi capaci di rendere più accessibili i servizi per le famiglie incrementando flessibilità e modularità delle frequenze, mantenere un’offerta educativa di qualità elevata ma sostenibile nel tempo, fare economie di scala sull’acquisto di beni, impiegare il personale e le strutture al meglio. Per questo siamo impegnati alacremente, consapevoli della posta in gioco e del valore che la comunicazione riveste durante gli snodi epocali come quello che stiamo vivendo: per ciò questo Assessorato sarà puntuale nel far sapere alla stampa le decisioni assunte sul tema appena negoziate con tutti gli attori del sistema e approvate dagli organi competenti.
Gianni Nuti
Struttura politiche sociali
Assessorato sanità, salute e politiche sociali