Voto di scambio, tutti d’accordo sul prendere le distanze ma alla fine la censura non arriva

Dopo una lunga sospensione si torna in aula con 2 testi. Quello della minoranza viene bocciato con il classico 17 voti contrari e 16 favorevoli mentre quello di Uv/SA non passa, tra la sorpresa dell'aula, perché l’opposizione non prende parte al voto.
Consiglio regionale
Politica

Tutti d’accordo sul prendere le distanze dalla vicenda di Davide Perrin ma alla fine di una lunga discussione, con in mezzo una altrettanto prolungata sospensione, nessuna censura esce ufficialmente dal Consiglio regionale. La maggioranza con Ego Perron chiede infatti all’opposizione di trovare un testo condiviso o meglio di eliminare dalle premesse della risoluzione il riferimento all’”esito elettorale diverso” senza la vicenda del voto di scambio.
Richiesta non accolta durante la sospensione dai gruppi di minoranza e quindi in aula si torna con due testi. Quella di Uvp, Alpe, Pd-Sinistra Vda e M5S viene bocciata con il classico 17 astenuti e 16 favorevoli mentre quello di Uv/Stella Alpina non passa, tra la sorpresa dell’aula, perché l’opposizione non partecipa al voto.

“La colpa non è solo di Perrin ma anche dei suoi ‘padri’" dice illustrando la risoluzione dell’opposizione il consigliere grillino Stefano Ferrero riferendosi alle indagini sul voto di scambio del 1993 “Siete veramente legittimati a stare lì? Questo è il momento di voltare pagina e per qualcuno di voi di trarre le dovute conseguenze. Ci aspettiamo degli atti concreti su una vicenda che ha offeso l’istituzione del Consiglio regionale”.

Si dice imbarazzato da quanto emerso nelle intercettazioni anche il capogruppo Uv Ego Perron che svela di aver chiesto al Comité Fédéral del Mouvement nella sua ultima riunione di “fare piena luce su questa vicenda, affinché emergano le responsabilità, e non vengano assimilati questi atteggiamenti all’unisono all’Uv. Sono dei comportamenti da cui ci sentiamo lontani”.

A chiedere una presa di posizione sono per la minoranza anche Nello Fabbri di Uvp, Fabrizio Roscio di Alpe e Jean-Pierre Guichardaz del Pd-Sinistra Vda: “Oggi non possiamo fare finta di niente e dare un segnale ambiguo: prendiamo posizione".

Dalla maggioranza si sono levate le voci anche di Leonardo La Torre e Stefano Borrello. Il consigliere Uv ha sottolineato come “non esistono calabrotti o bacanotti ma solo valdostani d’origine o d’adozione che insieme formano una comunità. Chi pensa a queste cose viene dalla preistoria politica”. E il capogruppo di Stella Alpina: “Non possiamo sostituirci al tribunale. Bisogna prendere le distanze dall’uomo e dal punto di vista politico"

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