"Il fatto non costituisce reato". Con questa motivazione il consigliere regionale del M5S, Stefano Ferrero, è stato assolto oggi dal giudice monocratico del tribunale di Aosta. Era stato accusato di diffamazione dall’avvocato Andrea Giunti e suo padre, Paolo Giunti, amministratore unico della società di scopo Coup srl, per alcune affermazioni fatte nel dossier "CastaForte di Bard" – presentato nell’aprile 2013 quando Ferrero non era ancora consigliere regionale – e le dichiarazioni rese in due interventi durante le sedute del Consiglio regionale nell’ottobre del 2013 e a giugno 2014.
Il pm Daniela Isaia aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione, le parti civili un risarcimento totale di 700.000 euro. L’assemblea valdostana, riunita in sessione straordinaria, non aveva votato l’insindacabilità delle dichiarazioni, per mancanza del numero legale (Uv e Stella Alpina uscirono dall’aula).
"E’ la quarta volta che vengo assolto – ha dichiarato Ferrero dopo la sentenza – spero di continuare su questo filone. Mi spiace perché cause come questa non fanno che sottrarre denaro, ai fini della difesa, al fondo che come gruppo Movimento 5 stelle abbiamo attivato con il dimezzamento dei nostri compensi". Archiviata dal gip la posizione dell’altro consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Roberto Cognetta.