Teleriscaldamento, contenzioso Telcha-Nuova Energia. “Posti di lavoro a rischio”

A metà giugno è arrivata la richiesta da parte di Nuova Energia di un primo ciclo di cassa integrazione ordinaria per i 39 lavoratori. Più grigia la situazione per gli 11 lavoratori rimasti in Sea e ora in cassa integrazione straordinaria.
Economia

C’è forte preoccupazione fra i dipendenti dell’ex Sea srl ora Nuova Energia, dopo la procedura d’affitto di ramo d’azienda tra le due società. Venerdì 4 luglio si è svolta l’assemblea dei lavoratori convocata dalla Fiom Cgil dopo la notizia della mancata assegnazione dei lavori per gli impianti di teleriscaldamento e della relativa gestione, con il conseguente contenzioso scaturito tra Nuova Energia srl, Sea srl rispetto a Telcha.

A metà giugno in particolare Nuova Energia, socia di Telcha, aveva denunciato il mancato rispetto dei patti parasociali da parte della società nata per realizzare in Valle d’Aosta il teleriscaldamento. In particolare i lavori del primo lotto anziché essere assegnati a Nuova Energia sarebbero andati ad aziende di fuori Valle. 

Una situazione che ha avuto come immediata conseguenza la richiesta, da parte di Nuova Energia, a metà giugno di un primo ciclo di 13 settimane di cassa integrazione ordinaria per i 39 dipendenti. Inoltre è a rischio la posizione degli undici lavoratori, ora in cassa integrazione straordinaria fino a dicembre 2014, rimasti in Sea srl che, con i lavori del teleriscaldamento, avrebbero avuto una chance di esser riassorbiti in Nuova Energia. 

"La situazione è delicata. – sottolinea Enrico Monti della Fiom Cgil – Fa rabbia il fatto che un’azienda che fin dall’inizio era dentro il progetto del teleriscaldamento ne sia ora esclusa. Il teleriscaldamento offriva in questa fase una sicurezza mentre ora la situazione è molto grigia soprattutto per gli 11 lavoratori in cassa integrazione straordinaria."

La Fiom Cgil chiede ora alla Giunta di intervenire. "Il progetto del teleriscaldamento – ricorda Monti – è stato approvato quando alla Presidenza di Cva c’era Rollandin e la partecipata regionale fa parte della società. La politica deve quindi ora intervenire. La comunità della Valle d’Aosta non può permettere che altri lavoratori del settore industriale diventino disoccupati permanenti, aggiungendosi ai molti altri, purtroppo, ancora presenti."

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