La parola finale sul progetto di collegamento tra la Valtournenche e la Val d'Ayas, da cui potrebbe sorgere un maxi comprensorio da 549 km di piste di sci, spetterà ora ai cittadini.
Nei giorni scorsi tutti i capifamiglia residenti delle due Gressoney, ad Ayas, Valtournenche e Alagna hanno ricevuto un questionario dove dovranno andare ad indicare se sono favorevoli o meno all’iniziativa.
I promotori del progetto europeo Alplinks in questi giorni stanno presentando nei vari comuni coinvolti – ieri sera è toccato a Valtournenche, stasera sarà la volta di Ayas – le risultanze del masterplan.
“Stiamo illustrando i risultati di anni di lavoro – spiega Gianni Odisio, tra i componenti del pool di esperti che segue lo studio di fattibilità di questo progetto – che ci dicono che il progetto è fattibile con un investimento accettabile e sostenibile e senza impatti rilevanti sull’ambiente.”
Il collegamento darebbe vita al terzo più grande domaine skiable del mondo in un’area con tracciati mediamente sopra i 2000 metri che, come evidenziato da Fondazione Montagna Sicura nello studio di fattibilità, è favorevole agli effetti dell’innalzamento della linea delle nevi e non dovrebbe risentire di particolari problemi da un punto di vista dell’innevamento naturale.
Il costo dell’opera si aggira intorno ai 50 milioni di euro con la costruzione di un impianto di collegamento tra la Val d'Ayas e il Colle delle Cime Bianche (2.982 mt.), dove già arrivano gli impianti di Valtournenche che poi confluiscono in quelli di Breuil-Cervinia, quest'ultima collegata con la località svizzera di Zermatt.
Per collegare i comprensori di Alagna, Valli di Gressoney e Val d'Ayas con quelli della Valtournenche e Zermatt si andrebbe a realizzare una telecabina del tipo "3 S". “Parliamo – spiega Odisio – di un impianto che prende il meglio della funivia e della telecabina di cui al momento esistono diversi esempi nel mondo. Ad esempio Zermatt ne realizzerà una per raddoppiare la funivia che collega al piccolo Cervino”. I vantaggi delle telecabine 3 S sono di avere un impatto minore sul territorio. “Se sulla linea della telecabina Aosta – Pila oggi ci sono 72 piloni con questo impianto ne basterebbero 5 o 6”. Meno infrastrutture da realizzare ma anche più sicurezza. “Questi impianti sono molto resistenti al vento, possono viaggiare con raffiche fino a 120 km/h, inoltre il soccorso, in caso di eventuali guasti o blocchi, avviene in linea”.
Secondo lo studio redatto l’opera si andrebbe a ripagare da sola in quanto aumenterebbe l'indotto delle località interessate, con un importante incremento di presenze turistiche durante la stagione invernale. “Per Zermatt è un’opera fondamentale perché hanno capito l’impatto da punto di vista del marketing, la possibilità di puntare la comunicazione su uno dei comprensori più belli e più grandi del mondo”.
I residenti dei cinque comuni hanno ora tempo fino a metà luglio per restituire il questionario, che si può completare anche online. Sarà poi una società di Roma a presentare, nelle settimane seguenti, i risultati. “Tutti devono essere consapevoli – conclude Odisio – che il loro parere è molto importante e non può essere legato a preconcetti. Tutto il materiale è disponibile sul sito e tutti hanno modo di informarsi”.