"Orgoglioso di essere poliziotto". Pietro Ostuni, il questore di Aosta, lo aveva già detto a chiare lettere l'anno scorso e quest'oggi lo ripete, alla fine del suo intervento in occasione dell'anniversario della fondazione della Polizia. In quelle parole c'è il messaggio alla comunità valdostana, che gli agenti sono chiamati a tutelare, ma anche la considerazione per le donne e gli uomini che con lui condividono la quotidiana missione del "corpo civile militarmente organizzato" che giunge quest'anno a 165 anni di vita.
La data della cerimonia è diversa dal passato, ma è destinata a restare il 10 aprile. Oggi, trentasei anni fa, veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la legge che ha disciplinato il "nuovo ordinamento dell'amministrazione della Pubblica Sicurezza". La circostanza, celebrata alla "Cittadella dei giovani" di Aosta anche con lo schieramento di uomini e mezzi e le dimostrazioni a favore di alcune scolaresche, ha poi quest'anno un significato in più: ricorrono infatti i settant'anni di vita della Polizia stradale, nata il 26 novembre 1947.
Ostuni, nel ripercorrere l'attività svolta, parte proprio da lì, dall'impegno della "Stradale", che sta "controllando diversi pullman in partenza per le gite scolastiche, per garantire viaggi sicuri ai nostri figli". Dopodiché, la sua attenzione si sposta sulla riflessione "sull'andamento della sicurezza nella nostra regione".
Su questo fronte, lo strumento fortemente voluto dal Questore che ha raccolto il testimone da Maurizio Celia si chiama "controllo straordinario", che coinvolge non solo gli uffici di corso Battaglione, ma anche, con cadenza "ormai routinaria", gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Torino. Uno sforzo che "ha sicuramente contribuito al decremento del 12% dei reati in generale, con una diminuzione significativa (32%) dei furti in abitazione" (raffrontando il periodo tra il 1° aprile e il 30 marzo degli ultimi ventiquattro mesi).
Dopo i risultati, l'invito, alla popolazione: "è opportuno denunciare sempre, perché non farlo è un favore a coloro che delinquono. Non bisogna avere sfiducia". "Riferire alle forze dell'ordine eventuali particolari su fatti delittuosi (un particolare capo di abbigliamento, un tatuaggio o tratti somatici), – scandisce Ostuni – o consentire di poter effettuare o acquisire rilievi sono elementi vitali alle indagini che possono rivelarsi importanti anche a distanza di tempo".
Sul fronte della criminalità organizzata, il Questore sottolinea "le due interdittive antimafia emesse lo scorso anno, confermate dal TAR con un dispositivo dettagliato, nonché la confisca di due immobili da parte dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati" quali "segnali di affermazione della forza dello Stato".
Prima di chiudere, uno sguardo alla collaborazione con le istituzioni locali (oltre all'entrata in funzione del 112, "si sta procedendo ad una ricognizione degli impianti di videosorveglianza di tutti gli enti pubblici, delle società a partecipazione pubblica e di quelle gestite da privati") e alla minaccia rappresentata dal terrorismo ("in regione sono state ulteriormente sensibilizzate le misure di vigilanza e gestiamo gli eventi che richiamano grande pubblico, con scrupolo e attenzione").
Infine, l'emergenza migratoria, per governare la quale la Polizia è impegnata in un "enorme sforzo". La ricetta è "saper ben distinguere tra chi ha diritto all'accoglienza e chi invece non può beneficiarne. Il nostro ufficio immigrazione è attento ai bisogni di queste persone e cerca, nel suo piccolo, di includere e non di escludere". Il contrasto all'immigrazione clandestina resta tuttavia una priorità, assieme alle altre forze dell'ordine.
Al riguardo, sempre dal raffronto tra gli ultimi ventiquattro mesi, emerge che è "aumentato il numero dei cittadini stranieri destinatari di provvedimenti di espulsione". Ne sono stati espulsi 234 e 60 sono stati accompagnati alla frontiera o nei centri di identificazione ed espulsione, con un incremento del 36% dei provvedimenti adottati.
Quindi, la conclusione sull'orgoglio di essere poliziotto, preceduta dal ricordo di "tutti coloro che, indossando la nostra divisa, hanno perso la loro vita prematuramente, per adempiere ai loro doveri a servizio della collettività". Prima di chiudere la cerimonia, la consegna di encomi e lodi al personale che si è distinto per meriti operativi e investigativi. L'ultimo scatto (pubblico) di un album di famiglia con istantanee da oltre centosessant'anni.