Il 53enne arrestato per stalking respinge le accuse davanti al Gip

Domenico Tubbiolo, finito in manette lunedì scorso, ha sostenuto durante l’interrogatorio di garanzia di non aver commesso nulla di quanto gli viene contestato. Il suo difensore ha depositato istanza di revoca della custodia cautelare in carcere.
Domenico Tubbiolo
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Interrogatorio di garanzia, nella mattinata di oggi, giovedì 15 giugno, per Domenico Tubbiolo, il 53enne arrestato lunedì scorso dalla Squadra mobile della Questura di Aosta, per stalking nei confronti della ex compagna. L’uomo, difeso dall’avvocato Filippo Vaccino, ha detto al Giudice per le Indagini Preliminari Davide Paladino di non aver commesso nulla di quanto gli viene contestato, anzi di essere stato lui a porre fine al rapporto con la donna e non il contrario. Ha sostenuto inoltre di poter provare la bontà della sua posizione in sede di giudizio.

Il difensore dell’arrestato, durante l’interrogatorio, ha quindi depositato istanza di revoca della misura cautelare. Il Gip si è riservato in merito alla decisione, che verrà quindi assunta nei prossimi giorni. L’arresto di Tubbiolo era stato disposto proprio dal Giudice per le Indagini Preliminari, che aveva così accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Luca Ceccanti.

Secondo quanto appurato dagli inquirenti, nell’arco di una decina di giorni, il 53enne si era reso responsabile di “condotte reiterate consistite in insulti, minacce di morte e pedinamenti”. Comportamenti che avevano indotto nella ex compagna “un fondato timore per la propria incolumità personale e la propria vita” ed un “perdurante e grave stato d’ansia, costringendola ad alterare le proprie abitudini di vita". 

Per gli inquirenti, durante un appostamento Tubbiolo aveva anche aggredito la donna, procurandole delle lesioni. L’arrestato non è nuovo alle cronache: pluripregiudicato, era sottoposto agli obblighi della sorveglianza speciale. Per questo, gli viene contestata anche la violazione di tale misura di prevenzione, per aver "portato fuori dall’abitazione, senza autorizzazione e senza giustificato motivo, armi ed oggetti atti ad offendere”.

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