Il corpo senza vita dell’alpinista belga disperso sul Rosa individuato grazie alle tracce sulla neve

Vi è, con molta probabilità, l’abbassamento della visibilità causato dall’addensarsi delle nubi, alla base dell’incidente costato la vita a Claude Chaslin, un 52enne belga della provincia di Liegi, il cui corpo è stato individuato ieri sera in un sorvolo.
Il Lyskamm avvolto dalle nubi (foto Adriano Favre - SAV).
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Con molta probabilità sono le nubi che hanno avvolto il Lyskamm l’elemento alla base dell’incidente occorso a Claude Chaslin, l’alpinista 52enne della provincia di Liegi (in Belgio), prima disperso sul massiccio del Monte Rosa, poi individuato ieri sera senza vita dall’equipaggio dell’elicottero “Sierra Alfa 1” del Soccorso Alpino Valdostano, durante un sorvolo ai confini dell’oscurità, attorno alle 21.30.

Durante la giornata di ieri, com’era già stato per sabato sera, il velivolo non aveva potuto raggiungere la zona, causa il forte vento e la poca visibilità. Una “finestra” apertasi improvvisamente verso sera, però, ha permesso di sorvolare il Lyskamm occidentale, zona ove Chaslin era stato avvistato, con certezza, l’ultima volta, quando stava ancora salendo la montagna.

L’equipaggio ha notato una traccia nella neve, sull’ultimo terzo della parete che sale ai 4.479 metri della vetta. Ad un certo punto, la progressione dell’alpinista, che era partito da solo sabato mattina verso le 5.30, con il progetto di attraversare la cima del gruppo del Rosa che costituisce lo “spartiacque” tra Italia e Svizzera, si fa incerta, quasi a testimoniare dei cambi di direzione repentini, causati verosimilmente dall’abbassarsi delle nubi, con conseguente disorientamento.

Per un tratto, poi, le orme si interrompono, nei pressi di un salto di roccia, elemento che tecnici e guide hanno interpretato significativo di una caduta dell'uomo. Metri sotto, il corpo, incastrato in un canalino, dove i soccorritori lo hanno recuperato nella tarda mattinata di oggi e trasportato ad Aosta.

L’allarme per il mancato rientro dell’alpinista era scattato sabato sera, dopo che altri alpinisti di ritorno dallo stesso itinerario non lo avevano incontrato e che non era rientrato al rifugio “Quintino Sella”, a 3.585 metri. Da un primo sorvolo dell'elicottero, scattato sabato sera, nessun esito. Poi, l’impossibilità di arrivare, fino a ieri sera, quando l’equipaggio del SAV ha sfruttato la tregua concessa dal maltempo. I parenti di Chaslin sono già stati avvisati.

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