Destano forte preoccupazione le rilevazioni effettuate il 6 agosto da Arpa Valle d’Aosta sul Ghiacciaio del Rutor, grazie anche all’impiego di droni.
Come spiega il tecnico Umberto Morra di Cella, “la prima parte della stagione, cioè da quando ha iniziato a sparire il manto nevoso fino al 6 agosto, è stata particolarmente pesante per il ghiacciaio: la quantità di ghiaccio persa in questa fase corrisponde già all’intera stagione di ablazione 2023-2024, con una perdita di spessore di 4 metri alla fronte del Rutor”.
La fusione è intensa fino a 2.900 metri di quota, dove restano soltanto chiazze nevose alle quote inferiori, mentre il processo erosivo continua anche nella parte superiore, nel bacino di accumulo.
L’estate è iniziata con un periodo eccezionalmente caldo, seguito da una fase più fresca. “Per capire l’impatto complessivo dovremo attendere la fine della stagione, a metà settembre – precisa Morra di Cella – in base all’andamento delle temperature e ad eventuali nevicate nella parte alta del ghiacciaio. Ma essere già a metà stagione con una perdita così significativa di massa è un elemento di seria preoccupazione per la sopravvivenza dei nostri ghiacciai”.