Otto partner transfrontalieri, il coinvolgimento di amministrazioni, enti, soccorso alpino di Valle d’Aosta, Francia e Svizzera, per studiare i cambiamenti climatici, i suoi effetti ed i rischi per la montagna. Il progetto PrévRisk-CC – Prevenzione dei rischi e adattamento ai cambiamenti climatici nei territori dell’Espace Mont-Blanc, finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia Alcotra 2021/27, è stato presentato nella giornata di mercoledì 30 agosto.
“È una rete che collabora da circa 20 anni con diversi progetti, e questo ne è l’evoluzione”, spiega Alessandro Benati di Fondazione Montagna Sicura, responsabile del progetto. “La durata è di 36 mesi, gli obiettivi sono sensibilizzare i giovani e la popolazione, promuovere il consolidamento degli strumenti operativi e proporre soluzioni pilota locali e sostenibili”.
Fondazione Montagna Sicura è capofila del progetto: “Si tratta di un importante percorso dell’Espace Mont-Blanc, di cui da sempre Fondazione è il braccio operativo”, dice il presidente Guido Giardini. “Viviamo sempre di più gli effetti impattanti della crisi climatica, progetti come questo danno la prospettiva di una montagna viva, fruita dalla comunità negli anni a venire”. “Si tratta di azioni estremamente innovative, con risultati molto concreti”, gli fa eco il segretario generale Jean-Pierre Fosson.
Tra questi, come illustrato dall’assessore all’ambiente del Comune di Courmayeur, Efrem Truchet, “la realizzazione di un sentiero glaciologico fino al Pavillon du Fréty e al belvedere del ghiacciaio della Brenva, che si aggiunge ai cinque già presenti a Chamonix e che verranno promossi in maniera unitaria”.
Lato francese, verrà lanciata una vasta campagna di comunicazione e sensibilizzazione, anche con informazioni pratiche ed un film sull’impatto del riscaldamento climatico sulla montagna, e lo studio per la ricostruzione del bivacco de la Fourche crollato l’anno scorso, come hanno spiegato Océane Vibert, direttrice de La Chamoniarde, e Claude Jacot del Comune di Chamonix.
“Progetti come questo sono molto attuali, mettono a disposizione dei territori la scienza per coloro che vivono e presidiano montagna tutto l’anno e coloro che la vivono magari saltuariamente”, dice l’assessore al territorio e ambiente Davide Sapinet. Nella parte scientifica un ruolo importante sarà giocato dall’Arpa, che “ha sviluppato un’approfondita conoscenza su cambiamenti climatici per offrire un quadro sia locale sia globale dei cambiamenti e dei principali rischi che dobbiamo affrontare”, dice il direttore generale Igor Rubbo.
“Il rischio zero non esiste più: l’informazione non può più essere quella catastrofica, dobbiamo ormai gestire gli eventi legati ai cambiamenti climatici come una malattia cronica da tenere quotidianamente sotto controllo”, dice il presidente della regione Renzo Testolin. “Dobbiamo abituarci al cambiamento climatico senza farsi prendere dall’ecoansia”, conferma l’assessore alle politiche europee Luciano Caveri.