Residency Living Lab: esperti internazionali a confronto su rischi e cambiamenti climatici

L’iniziativa, parte del più ampio progetto Courmayeur Climate Hub, prevede un duplice incontro nel novembre del 2024 e nell’estate del 2025 finalizzato a stilare collettivamente un documento best practices da adottare in caso di calamità eventi estremi.
Residency Living Lab
Ambiente

Un insieme di esperti provenienti dalle amministrazioni pubbliche e dai centri di ricerca dell’arco alpino e non soltanto farà tappa a Courmayeur per il Residency Living Lab. In programma un duplice incontro nell’autunno del 2024 e nell’estate del 2025, che avrà come scopo quello di discutere di cambiamenti e modalità di adattamento al clima. Organizzata da Fondazione montagna sicura  nell’ambito del progetto Courmayeur Climate Hub, l’iniziativa mira a identificare e dunque a prevenire i principali rischi legati agli eventi meteorologici estremi che possano verificarsi sul territorio.

Il Residency Living Lab

La prima fase del Residency Living Lab si svolgerà indicativamente da mercoledì 3 a lunedì 6 novembre 2024 presso l’Hôtel QC terme Montebianco e riunirà al tavolo figure esperte nel campo della ricerca e della politica per dialogare nel concreto della gestione di rischi caratteristici della zona delle Alpi.

“Il “Living Lab” è una rete di ricerca costituita in una realtà geografica definita e in un contesto temporale limitato all’interno della quale vengono sperimentate e diffuse nuove tecnologie o soluzioni – ha spiegato il dottor Simone Gottardelli, coordinatore dell’area formazione di Fondazione montagna sicura, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto di stamane, mercoledì 15 novembre -. Noi vi abbiamo aggiunto l’idea di “Residency”, una full immersion di più giorni volta a condividere spazi di lavoro e di convivialità all’interno di una stessa struttura”.

Al primo appuntamento, per presenziare al quale è possibile iscriversi al portale dedicato entro il prossimo 28 febbraio 2024, seguirà poi nel 2025 un nuovo confronto di taglio giuridico che vedrà coinvolta una squadra di 15 ricercatori, 5 stakeholder del settore e 5 amministratori locali di Courmayeur, Davos e Chamonix.

“Questi saranno chiamati a parlare dell’aumento della responsabilità dei Comuni e delle Regioni in relazione alla crescita esponenziale degli eventi estremi presenti e futuri – ha proseguito Gottardelli -. L’obiettivo conclusivo sarà quello di stilare collettivamente un documento contenente casistiche di rischio o episodi estremi nonché best practices da adottare in caso di calamità”.

Il valore del progetto

A presidiare le attività del Residency Living Lab sarà un coordinatore scientifico di eccezione, Yves Bühler, peraltro team leader presso l’Institute for snow and avalanche research su Davos, in Svizzera. In aggiunta, oltre a esperti e tecnici originari dell’arco alpino, il doppio convegno accoglierà alcuni ospiti speciali tra cui l’indiano Debi P. Kanungo del Central Building Research Institute e l’americano Gabriel Wolken della University of Alaska Fairbank.

“La pandemia e i disastri naturali degli ultimi decenni ci hanno insegnato quanto sia importante mantenere un buon coordinamento tra forze politiche e ricercatori scientifici sul territorio – spiega Bühler -. Non a caso, tra le tematiche che verranno affrontate molte riguardano nello specifico fenomeni climatici che hanno interessato o che potrebbero interessare la regione come collasso dei ghiacciai, valanghe, cadute di massi e ghiaccio, precipitazioni estreme, esondazioni di laghi alpini e frane”.

Il Residency Living Lab non avrà ricadute positive in termini di contributi e prevenzione soltanto per l’immediato presente ma punta ad assumere un valore pubblico anche al di là della scadenza del progetto e del conseguente finanziamento Next Generation EU.

“Il comitato tecnico di supporto sarà un attore attivo nei dibattiti e nelle attività ma giocherà anche il ruolo di stakeholder e intermediario garantendo la disponibilità dei prodotti sella ricerca scientifica alle amministrazioni e alla collettività – ha anticipato il geologo Davide Bertolo, dirigente della struttura regionale Attività geologiche -. Ciò dovrà tradursi in una serie di buone pratiche che, ancorché manuali cristallizzati, rappresentino prodotti vivi capaci di cogliere le trasformazioni climatiche degli anni a venire”.

Courmayeur e il clima

Grazie al progetto Pnrr Courmayeur Climate Hub e alle sue 10 linee di intervento, il paese non può certo dirsi nuovo a programmi e incontri dedicati a riscaldamento globale e ripercussioni climatiche sulle aree di montagna.

“Oltre alla ristrutturazione e alla conversione a polo di ricerca delle sale dell’ex Hôtel Ange, siamo prossimi all’inaugurazione della nuova biblioteca di montagna promossa dalla Fondazione Courmayeur – ha rammentato il sindaco di Courmayeur, Roberto Rota -. Dopo avere di recente coinvolto i ragazzi del nostro liceo linguistico in una serie di laboratori sulle professioni di montagna del futuro, abbiamo chiuso una edizione del Climathon da record con 115 partecipanti italiani ed europei”.

Anche la Fondazione Montagna Sicura non manca di far sentire la propria presenza sul territorio della Valdigne, perseguendo la propria mission di diffondere a un pubblico il più vasto possibile un valido background culturale di sicurezza in quota.

“Questo importante progetto suggella la nostra collaborazione con il comune in materia di cambiamenti climatici, un aspetto fondamentale nell’informazione e nella formazione degli amministratori” ha commentato il dottor Guido Giardini, presidente della fondazione; il suo segretario generale, Jean-Pierre Fosson, ha invece sottolineato “la funzionalità di una formula di condivisione totale degli argomenti trattati e l’attrattività di un sistema innovativo che trasformerà la nostra regione in un’ottima vetrina per gli attori internazionali”.

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