La Valle d’Aosta, prima Regione in Italia per consumi di energia da fonti rinnovabili, rischia da qui al 20230 non solo di farsi superare, ma di compromettere anche il contributo alla strategia nazionale di decarbonizzazione. A lanciare l’allarme è il rapporto “Scacco matto alle rinnovabili 2025” di Legambiente, che fotografa lo stato della transizione energetica in Italia, evidenziando ritardi, ostacoli normativi e rallentamenti autorizzativi.
A fine 2024, la potenza complessiva installata in Italia da fonti rinnovabili ha raggiunto i 74.303 MW, coprendo il 41,1% del fabbisogno energetico nazionale. Tuttavia, secondo Legambiente, l’Italia rischia di raggiungere gli obiettivi al 2030 con oltre otto anni di ritardo, anche a causa dell’assenza di un quadro normativo omogeneo e dell’incapacità delle Regioni di individuare in tempi utili le “aree idonee” previste dal Decreto nazionale.

La Valle d’Aosta figura, nell’analisi, come fanalino di coda in termini di avanzamento verso gli obiettivi di potenza rinnovabile. La Regione ha infatti raggiunto solo il 7,3% del target previsto per il 2030 (328 MW), con un ritardo stimato di oltre 44 anni. Se il ritardo, rispetto al dato attuale (24 MW contro i 27 MW previsti al 2024), appare contenuto, le maggiori criticità emergono sugli obiettivi di lungo periodo fissati dal Decreto “Aree idonee”.
Il Piano energetico ambientale regionale, approvato un anno prima del decreto nazionale, prevede l’incremento della produzione locale di energia da fonti rinnovabili principalmente attraverso l’idroelettrico (+219 GWh), seguito da pompe di calore (+213 GWh) e fotovoltaico (+174 GWh). “Il valore di 219 GWh per l’idroelettrico – si legge nel documento – è stato indicato con cautela, ma potrebbe salire a 280 GWh o, in presenza di condizioni favorevoli, anche superare i 350 GWh”.

Il tema era stato affrontato in Consiglio Valle da Rassemblement Valdôtain con un question time del capogruppo Stefano Aggravi. L’assessore allo Sviluppo economico Luigi Bertschy aveva ricordato come a settembre, la Giunta regionale ha istituito un sistema di governance per l’individuazione delle aree idonee, in attuazione del Piano energetico regionale e del decreto ministeriale. È stata costituita, inoltre, una cabina di regia e un tavolo tecnico incaricato di redigere una proposta normativa, tenendo conto dei vincoli paesaggistici, ambientali e territoriali. La bozza, inizialmente prevista per novembre 2024, ha subito una proroga in attesa della sentenza del Consiglio di Stato prevista per marzo 2025. Le Regioni, intanto, hanno chiesto al Ministero un’estensione di 90 giorni rispetto alla scadenza del 30 dicembre 2024 per l’adozione delle leggi regionali.
All’interno della strategia regionale rientra anche il potenziamento delle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il Pear prevede l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici per circa 156 MW, con una produzione stimata di 173,9 GWh (+644,2% rispetto al 2019).
Tra i progetti più recenti, c’è quello che coinvolge 16 comuni della Plaine di Aosta – per una popolazione di circa 60 mila abitanti – finalizzato alla costituzione di una comunità energetica a guida pubblica, ma aperta ai privati. Il progetto sarà avviato con uno studio di prefattibilità, finanziato con 150 mila euro da fondi regionali.