L’ampliamento del Parco del Mont Avic potrebbe includere le macine della Valmeriana

Dopo l’approvazione della progettazione definitivo- esecutiva, i lavori sul sentiero della cosiddetta “Strada del Sole” prenderanno il via dai 1.800 metri della Valmeriana per poi scendere sino ai 1.000 metri di Ussert e concludersi entro la primavera del 2024.
Le macine della Valmeriana
Comuni

A seguito delle polemiche insorte nei giorni passati sul disegno di legge della Giunta regionale circa l’ampliamento del Parco del Mont Avic al comune di Fénis, Pontey domanda di ricomprendere nel territorio del parco regionale anche il sentiero delle macine della Valmeriana. L’itinerario, già conosciuto e apprezzato dagli amanti del trekking in special modo durante l’estate, verrà prossimamente arricchito di un nuovo ciclotour culturale completo di tracciati e colonnine di ricarica elettrica per e-bike.

La Strada del Sole

I lavori sulla cosiddetta Strada del Sole, il percorso che dall’Alpe Valmeriana raggiunge la frazione di Bellecombe a Châtillon, prenderanno il via già nelle prossime settimane dopo la conclusione della gara e l’affido in appalto alle imprese competenti.

“Gli interventi più urgenti da svolgere sono quelli relativi alla zona della Valmeriana, che con i suoi 1.800 metri di quota impedirebbe eventuali prolungamenti sulla stagione fredda – osserva il sindaco di Pontey, Leo Martinet -. Sede dell’ultimo alpeggio di proprietà comunale nonché di una zona ristoro, questo sarà il primo punto nel quale installeremo una delle due postazioni di ricarica previste”.

Il progetto definitivo-esecutivo, approvato durante la seduta di Giunta comunale dello scorso mercoledì 26 aprile, prevede peraltro lo spostamento della seconda colonnina dal confine con Chambave alla baita di Ussert.

“Il primo tour delle macine risale già a qualche anno fa e attira ogni estate centinaia di persone amanti delle escursioni e curiose della storia e delle trazioni del nostro paese – prosegue Martinet -. Con questo ulteriore intervento vorremmo implementare il servizio offerto grazie a un itinerario alternativo e di quota più bassa che vada a toccare anche il nostro Fourneau, uno dei forno più antichi d’Italia”.

La piena rivalutazione della zona delle macine di Pontey, che andrà a comportarsi con l’installazione di apposita cartellonistica esplicativa lungo tutto il sentiero, comporta una previsione di spesa pari a circa 150 mila euro, di cui circa 120 mila euro finanziati dal Gal della Valle d’Aosta e i restanti 30 mila euro derivanti da fondi comunali.

Il nuovo ciclotour culturale

Il sentiero, disseminato di resti di antiche macine in pietra, sarà presto oggetto di una profonda e completa rivalutazione volta a regalare a residenti e turisti un nuovo ciclotour culturale alla scoperta delle bellezze spesse volte dimenticate del paese.

L’iniziativa comunale si nutre di un importante contributo del Gal della Valle d’Aosta nell’ambito del bando di sviluppo locale 2014/2020 che, a fronte di una spesa complessiva stimata a circa 150 mila euro, si impegna a sostenere l’80% dei costi dell’intero progetto ammontanti a circa 120 mila euro.

“L’idea di realizzare tale ciclotour prende forma circa un anno e mezzo fa in seno alla passata amministrazione, salvo poi essere approvata e proseguita dal nostro esecutivo dopo il suo insediamento ufficiale nel mese di giugno scorso – spiega il sindaco di Pontey Leo Martinet -. Non appena ottenuti via libera e finanziamenti necessari, la ricerca delle imprese da coinvolgere e il lancio della gara di appalto per i lavori potranno esordire nell’immediato al fine di permetterci di rispettare il termine ultimo della loro conclusione fissato per il mese di marzo del prossimo 2024”.

Le macine della Valmeriana
Le macine della Valmeriana

Gli interventi

Annualmente, le macine della Valmeriana sono oggetto di quattro escursioni annuali che, lungo altrettante giornate e in compagnia di una guida esperta, accompagnano oltre 50 persone attraverso un sito geologicamente e culturalmente interessante ma sconosciuto ai più.

“Stando al nostro progetto esecutivo, la riqualificazione della zona si compone anzitutto del rifacimento e della messa in sicurezza dei suoi sentieri, sui quali prevediamo di installare anche alcune colonnine dedicate ai veicoli elettrici – prosegue Martinet -. Se altre stazioni di ricarica saranno ubicate nei pressi degli alpeggi di proprietà comunale di località Ussert, anche il nostro antico forno in passato utilizzato per la lavorazione del ferro subirà una decisa valorizzazione”.

La Valmeriana
La Valmeriana

I nuovi collegamenti

Sono tresiti di estrazione della pietra un tempo sfruttata per la produzione di macine da granaglie e di pentole in pietra ollare: dopo la parete di roccia che fungeva da cava prossima all’Alpe Valmeriana e la zona di lavorazione da essa separata da un tragitto a piedi di circa un quarto d’ora, è possibile imbattersi in una grande roccia adagiata sul pendio che funge da culla per una decina di macine.

“L’ipotesi di fondo è quella di riuscire a collegare tale rinnovato sentiero alla pista ciclabile in realizzazione il prossimo anno al fine di creare un percorso diversamente fruibile che dal lungo Dora raggiunga le località di più alta montagna – conclude Martinet -. Inoltre, prendendo coscienza dell’assenza di una tappa del Cammino Balteo a Pontey e dell’incrocio ripetitivo con la Via Francigena, auspichiamo di riuscire a legare tale importante itinerario religioso con un anello che salga dal fondo Valle sino ai 1800 metri delle nostre macine”.

La roccia della Valmeriana
La roccia della Valmeriana

Miniere e macine

Le prime documentazioni storiche che attestano la presenza di un polo minerario nella zona della Valmeriana possono essere fatte risalire al periodo che oscilla tra il XI secolo e il XII secolo. Stando alle missive e ai carteggi allora scambiati tra i Signori di Vercelli, i Signori di Ivrea, i Signori di Viverone e i Signori di Bard, erano migliaia le macine provenienti sia da Pontey che da Saint-Marcel capaci di raggiungere tanto i mugnai valdostani quanto i confini della regione.

Il cloritoscisto granatifero onnipresente nella località rivela una natura al contempo malleabile e lavorabile a mano o al tornio e dura e residente nonché particolarmente adatta alla macinazione delle granaglie. Dopo essere state estratte e sgrezzate, le macine venivano trasportare verso il fondo Valle a bordo di apposite slitte per poi essere immagazzinate, rifinite e tassate.

Una risposta

  1. Si spera che l’ente pubblico che finanzia e realizza questa iniziativa sia tenuto dalla #soprintendenza a rispettare criteri scientifici nella divulgazione delle caratteristiche storiche del sito. Visto che finora il comune ha permesso che se ne facesse una narrazione ridicola, senza alcun fondamento.

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