La Regione Valle d’Aosta non eserciterà il diritto di prelazione sul Castello di Introd.
“Purtroppo i vincoli della procedura per l’esercizio del diritto di prelazione non sono compatibili con le tempistiche per l’approvazione dell’assestamento di bilancio, passaggio indispensabile per poter disporre delle risorse necessarie” spiega il Presidente della Regione Erik Lavevaz, a pochi giorni dalla scadenza dei 60 giorni di tempo per far valere il diritto di prelazione, fissata per il 10 di maggio.
“La Regione non può che confermare un interesse strategico ad acquisire il Castello di Introd per arricchire il proprio patrimonio monumentale e per dotare il territorio del Gran Paradiso di un volano di sviluppo dell’offerta turistica e culturale” prosegue Lavevaz “Sulla base degli orientamenti che saranno espressi dal Consiglio Valle sarà comunque eventualmente possibile proseguire il percorso finalizzato all’acquisto, se ce ne saranno le condizioni”.
Il riferimento del Presidente è ad una clausola del contratto di compravendita che prevede l’inefficacia dello stesso, se non verrà onorata la prima tranche di pagamento prevista per fine luglio.
Venduto per 4,8 milioni il Castello di Introd. Pressing sulla regione per la prelazione
La trattativa fra i Caracciolo di Brienza, attuali proprietari, e una società di mediazione immobiliare si era conclusa giovedì scorso, 10 marzo, con la firma dell’atto di compravendita per 4,8 milioni di euro. Il giorno dopo era partita una Pec diretta a Piazza Deffeyes, che ha fatto scattare i 60 giorni di tempo per il diritto di prelazione.
“E’ il momento delle scelte” diceva nelle scorse settimane il primo cittadino di Introd, chiedendo agli amministratori regionali di “mettersi la mano sul cuore per non perdere un gioiello della Valle d’Aosta”.
Già nell’autunno scorso il sindaco aveva fatto il giro di tutti gli assessorati regionali per informarli del rischio, concreto, che di lì a poco il castello di Introd fosse venduto. “Li ho sempre tenuti aggiornati sulla trattativa, come hanno fatto con me gli attuali proprietari, proprio perché la notizia non cogliesse nessuno di sorpresa”.
Dopo la convenzione con i Caracciolo di Brienza del 2007, il Castello è stato aperto al pubblico durante i mesi estivi. Con 7000 presenze registrate nei due mesi e mezzo di apertura, il maniero è diventato un importante volano turistico, non solo per Introd, ma anche per le valli del Gran Paradiso e per gli altri comuni del fondo valle.
“Con il Parc animalier, la Maison Bruil, ma anche con il forno e la vecchia latteria restaurati, abbiamo creato un circuito interessante” proseguiva il sindaco. “La gente negli ultimi anni ha investito in paese aprendo B&B e altre strutture ricettive. Sarebbe dura per tutti se ora perdessimo un pezzo così importante di attrattività del territorio”.
Il Castello da sempre scandisce le vite degli abitanti di Introd. “E’ un pezzo di cuore. Compare sullo stemma comunale e intorno al castello è girata tutta la nostra vita. Da piccoli si frequentano le scuole collocate vicino al castello, si va poi a giocare nel parco del castello, i momenti più importanti delle nostre vite – matrimoni, battesimi ecc – hanno come sfondo il castello.”
Il nuovo proprietario, la cui identità rimane al momento riservata, non sembra interessato a consentire la fruizione al pubblico del maniero. Da qui il pressing del comune affinché la Regione apra i cordoni della borsa.
“Si andrebbe a chiudere l’anello dei castelli valdostani del Gran Paradis. La Regione ha già comprato Sarre e Aymavilles in passato, spendendo ingenti risorse per il restauro. Se c’è la volontà i soldi si trovano, basta volerlo”.
3 risposte
…..molto meglio spenderli per un inutile Terminal aeroportuale del quale possiamo già ammirare la fine che probabilmente farà!!! Spero di sbagliarmi.
Vergogognosi in regione quando c’era da salvare i vostri parenti al casino i soldi c’erano… Ah ma ci ricorderemo di voi nomi e cognomi e parenti quando i nodi arriverando al pettine tranquilli…
Chissà perchè la Regione preme per progetti faraonici e costosissimi come quello delle Cime Bianche e contestualmente afferma che “non ci son i soldi” per acquisire il castello di Introd, patrimonio dei valdosatni, come il Vallone suddetto, evidentemente i soldi ci son solo per le speculazioni dove si ingrassa qualcuno.