Come per piazza della Repubblica il progetto è di fattibilità tecnico-economica. Quindi, solo “sulla carta”. La cifra, quella, c’è: per i lavori adeguamento sismico e riqualificazione della scuola San Francesco – ad Aosta – serviranno circa 39 milioni di euro. Tutti da trovare.
Il progetto è stato presentato ieri, giovedì 5 settembre, nella seconda Commissione consiliare “Politiche del territorio, opere pubbliche” del Comune. Un progetto non semplice.
“La San Francesco è la scuola è grande della città, con circa 500 alunni – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. Si è partiti dalla valutazione di vulnerabilità sismica. Seppure staticamente idoneo, l’edificio non è adeguato sismicamente. Successivamente, lo studio è stato integrato con l’incarico per il progetto su tutto il fabbricato, quindi anche a livello architettonico ed energetico”.
“Anche questo progetto è un embrione che non vedrà la luce in questa consiliatura – ha aggiunto –. Si parla di 39 milioni di euro. Evidentemente serviranno finanziamenti, bisognerà capire come attivarsi su un dossier di questo tipo. Anche perché, forse, un’opera di questo importo il Comune non l’ha mai fatta”.
Sulla complessità del progetto è il dirigente Andrea Florio a soffermarsi ancora: “Questa è un’opera tecnicamente complessa – ha spiegato –. Agisce su un documento storico, un fabbricato tutelato, risolvendone le problematiche strutturali. Ma quando ci siamo affacciati alle opere per miglioramento sismico, su una scuola che non è stata ristrutturata negli ultimi cinquant’anni, è emersa necessità di ripulire, di togliere alcuni elementi per riqualificare”.
Un progetto su tre lotti
“L’intervento è corposo, tecnicamente non banale e affronta anche aspetti impiantistici delle scuole moderne – ha detto ancora il dirigente –. Ma, soprattutto, andava studiato un intervento che non bloccasse l’edifico per anni ma che garantisca, in tutte le fasi, di mantenere l’attività scolastica a rotazione. Questo per minimizzare anche i disagi. Bisognerà probabilmente delocalizzare la scuola secondaria di primo grado, ma il cuore dell’Istituzione scolastica potrà rimanere attivo con scuola primaria”.
Il progetto
Ad illustrare il progetto è l’ingegnere Alberto Béthaz, incaricato dal Comune del lavoro: “Le aule sono pensate con la massima flessibilità, sia quelle didattiche sia quelle speciali, con accorgimenti sull’isolamento termico e cappotti esterni solo sulla facciata interna al cortile. Su piazza San Francesco, essendo un edificio documento, occorrerà invece intervenire con cappotti interni”.
Non solo: “Con la Soprintendenza sono state individuate le aree per i pannelli fotovoltaici e sono stati studiati una serie di ascensori e vani scale per abbattere le barriere architettoniche, valutando il recupero di alcuni locali ad oggi non utilizzati come il seminterrato della ‘manica’ a nord e parti del sottotetto. È stato inoltre concordato l’inserimento di alcuni abbaini utili anche per la manutenzione, in sicurezza, della copertura”.
Non mancano le criticità: “C’è una cabina Deval sulla ‘manica’ ovest, seminterrata. Occorre spostarla, non può coesistere in un fabbricato scolastico – ha aggiunto Béthaz –. Abbiamo fatto delle valutazioni per realizzare una palestra, accessibile anche da persone esterne, perché la scuola ha solo una ‘palestrina’ al primo piano. Purtroppo, una palestra con dimensioni minime del Coni e per le attività scolastiche ha un volume sarebbe troppo impattante e porterebbe ad un problema di rischio archeologico perché l’area ipotizzabile sarebbe quella all’interno del cortile, anche se non dove insistono le terme di epoca romana. L’opzione è stata scartata”.
L’idea però è un’altra: “Andando a riqualificare la piazza interna – ha detto il dirigente Florio – è possibile realizzare un piccolo campo sportivo che, nelle stagioni non invernali, sia a supporto delle attività della scuola”.
Sul fotovoltaico il “piano” è un altro: “Si parla di un impianto da 110 kilowatt di picco – ha spiegato invece Cometto –. È un’occasione molto importante anche per produrre energia rinnovabile e, anche se non sarà proprio indipendente, aiutare molto l’edificio che verrà servito da pompe di calore in autoconsumo”.
“Non escludo che da questo fotovoltaico possa esserci anche un collegamento con il contatore del Municipio che, come monumento, non può accogliere pannelli fotovoltaici ma può fruirne dato è l’edificio più energivoro della città – ha aggiunto l’Assessore –. È un’occasione di miglioramento energetico nella gestione degli edifici comunali e non solo per la scuola”.
“Nella fase di lottizzazione abbiamo individuato le tre macro ‘maniche’ per intervenire garantendo utilizzo della scuola – ha chiuso Béthaz –. Gli adeguamenti incidono per 27 milioni. Si arriva ai 39 complessivi perché il nuovo codice degli appalti prevede una serie di voci a supporto dell’intervento”.
Una risposta
Hanno studiato tanto e sicuramente speso dei soldi per concludere che: i soldi sono da trovare, la palestra non si può fare perché 2000 anni fa c’erano i romani (per giungere a questa conclusione non era necessario studiare), l’opera è tecnicamente complessa. Però comunque si tratta di una scuola, non del grattacielo più alto del mondo e, infine, la scuola non è stata ristrutturata negli ultimi 50 anni e quindi è emersa la necessità… In pratica è 50 anni che dormiamo e siccome ci sono un sacco di problemi e siamo poveri probabilmente dormiremo per altri 50 anni. Meno male che i cervelli del passato avevano pensieri diversi e così oggi abbiamo una scuola, segnata dal tempo, ma funzionante. Sempre meglio di un prefabbricato o di eterne ristrutturazioni. Vedi liceo Berard.