Servizio idrico integrato: i sindaci contro la Regione: “Senza soldi dovremo chiederli ai cittadini”
I sindaci dicono “No” alla riforma del Servizio idrico integrato. Il parere negativo espresso all’unanimità questa mattina dall’Assemblea del Cpel è legato non tanto al percorso tracciato e condiviso fra Bim e Regione, quanto alla mancanza delle risorse promesse.
“E’ una questione di soldi: o ci sono o dovremo chiederli ai cittadini” avvertono i sindaci.
Il nodo ruota attorno ai 4 milioni di euro di sovracanoni da idroelettrico, che l’ultimo bilancio regionale dispone che il Bim dovrà dal 2022 trasferire alla Regione per il finanziamento delle attività di protezione civile. “E’ già stato un passo avanti, perché fino all’anno scorso i trasferimenti alla Regione era di oltre 6,8 milioni di euro” spiega Joel Creton, presidente del Bim. “All’epoca avevamo accettato questa norma perché c’era la promessa che ad inizio anno, con una nuova normativa che prevedeva l’aumento dei canoni dell’idroelettrico, che sarebbe andata a colpire Cva, avrebbero avuto 4 o 5 milioni di euro di risorse aggiuntive che avrebbero potuto girarci a compensazione, con una variazione di bilancio. Ad oggi però non c’è stato questo passaggio, anche perché Arera ha contestato il passaggio in cui si è arrivati a questi aumenti.”
Ad oggi il Consorzio Imbrifero montano può contare su una disponibilità di 18 milioni di euro di incassi dai sovracanoni dell’idroelettrico, di cui però il 13% va al Bim Dora Baltea, 6,4 milioni vengono divisi fra i comuni, 4 milioni, come disposto dalla finanziaria dovranno essere versati alla Regione e il resto rimane al Bim.
“L’obiettivo del Bim è di investire queste risorse nel servizio per contenere gli aumenti che ci saranno sulle tariffe e per non caricare sui cittadini scelte che non dipendono da loro e neppure da noi” prosegue Créton.
Al momento la tariffa media del servizio idrico in Valle d’Aosta è di 1 euro e 30 centesimi. “In alcuni comuni oggi arriva a 60/80 centesimi, in altri a 1 euro e 80 centesimi”. Secondo quanto previsto dal nuovo piano d’ambito gli aumenti annuali con il servizio idrico integrato e l’introduzione della tariffa unica saranno di un centesimo all’anno.
Come da mandato della Giunta del Bim, il Presidente Créton ha annunciato l’intenzione di non trasferire alla Regione i 4 milioni di euro. “Questa azione legale e di forza però non risolverà la questione, perché l’eventuale contenzioso mi costringerà comunque a mantenere bloccati questi soldi”.
In ballo ci sono anche 5 milioni di euro di interventi urgenti alle infrastrutture del servizio, che il Bim contava di finanziare entro giugno. “Senza quei 4 milioni di euro, che sono nostri, ce ne rimangono solo due”.
Le criticità segnalate riguardano anche l’esigenza di disporre di spazi e uffici per l’inhouse che andrà a gestire il servizio idrico integrato. “O dobbiamo affittarli o comprarli, anche perché pare che per noi spazi non ve ne siano”.
La speranza è che sulla questione arrivi un emendamento. “Pare che la soluzione ci sia. Mi aspettavo già un emendamento, ma ad oggi la soluzione non l’ho ricevuta”.
Il parere negativo convince tutta l’Assemblea. “Noi stiamo rivendicando la salvaguardia dei cittadini. Quei quattro milioni non sono soldi che vengono meno a noi – evidenzia il sindaco di Hône Alex Micheletto – Partendo dal presupposto che le opere che il Bim deve finanziare sono necessarie, conoscendo bene la situazione dei nostri impianti, significa che quei soldi vanno recuperati e per recuperarli l’unico modo è prelevarli dalle tasche dei cittadini”.
“La Regione ha vita facile, perché la faccia è sempre la nostra. – scandisce Alex Brunod, sindaco Ayas. – Vaglielo a spiegare ai cittadini le ragioni degli aumenti delle tariffe, così come è stato per i rifiuti”.