Solidarietà alimentare: Nus crede nel progetto di Slow Food
Sulle tavole delle famiglie neuveines in situazione di difficoltà alimentare vi saranno anche i cibi sani distribuiti da Slow Food: lo ha deciso l’amministrazione con una delibera datata giovedì 25 agosto, nella quale si stabilisce di destinare più di mille euro di fondi regionali al progetto che promuove la cultura di un’alimentazione buona, pulita e giusta.
Una fiducia lunga anni
Per Nus tale ingente investimento nella promozione della cultura del cibo sano, rimasto disponibile dopo la distribuzione dell’ultima tranche di buoni spesa, rappresenta di fatto la convinta continuazione di un percorso già intrapreso negli anni passati.
“Fondazione comunitaria si occupa da tempo di creare e distribuire pacchi alimentari costituiti quasi esclusivamente da prodotti a lunga conservazione quali pasta, farina e scatolame ma carenti per ciò che concerne il cibo fresco – spiega il sindaco di Nus, Camillo Rosset -. Pertanto, come numerosi comuni valdostani, anche il nostro ha scelto di aderire all’operazione di Slow food che integra tali donazioni di frutta, verdura, latte e alimenti caseari acquistati nelle aziende del territorio”.
La raccolta delle eccedenze
In collaborazione con Ana e Slow food e con il supporto dei volontari civici del paese, a partire dal mese di giugno di quest’anno l’amministrazione comunale ha organizzato una raccolta degli esuberi di orti e frutteti finalizzata ad arricchire i pacchi alimentari da donare a coloro che ne hanno più bisogno.
“All’interno della sede degli Alpini del paese e grazie a un volontariato molto attivo e disponibile, tale iniziativa è decollata con un successo insperato – il commento di Rosset -. Il sopravanzo di derrate fresche dei nostri residenti permette a Slow Food di comperare solo in parte dai produttori locali, comunque agevolati e aiutati dal progetto che investe nella loro produzione”.
Le famiglie in difficoltà
“Su tutto il territorio comunale circa una quindicina di nuclei famigliari usufruisce con costanza dei pacchi alimentari quindicinali e mensili – conclude Rosset -. Si tratta di situazioni già in bilico prima della pandemia e che il Covid non ha certo potuto migliorare, le quali risultano opportunamente segnalate ai servizi sociali nonché approfondite a dovere da parte del Comune”.