Si è concluso negli scorsi giorni, con la cerimonia di consegna dei diplomi alla caserma “Perenni” di Courmayeur, il primo corso qualificativo di alpinismo dell’Esercito, organizzato e condotto dalla Sezione sci alpinistica del Centro Addestramento Alpino. L’addestramento dei ventiquattro frequentatori si è sviluppato su due fasi: quella di “alta montagna”, nella zona del Monte Bianco e del Monte Rosa, e la “fase roccia”, che ha visto i corsisti misurarsi con le Dolomiti trentine.
Gli istruttori comandati dal maggiore Valerio Stella hanno condotto i gruppi di partecipanti (provenienti non solo dalle truppe alpine, ma anche dalle forze speciali) su complessi ed articolati itinerari di alta montagna: la traversata dell’Aiguille d’Entreves, la cresta della Vierge, l’Aiguille Marbrée (nel massiccio del Monte Bianco), la traversata in cresta del Breithorn Centrale e Occidentale, il Polluce per la cresta sud-ovest, la traversata del Castore, nonché del Lyskamm (nel gruppo del Monte Rosa).
Percorsi che superano i quattromila metri di quota, sui quali si muovevano e si addestravano gli Alpini dei battaglioni Duca degli Abruzzi e Monte Cervino, dai nomi scolpiti nella storia del corpo. Il percorso formativo ha messo alla prova i frequentatori non solo sul piano tecnico (per provvedere alla sicurezza personale e dei militari che verranno loro affidati), ma anche sulla gestione dello stress psicologico, derivante dalla costante esposizione ai pericoli della montagna.
“Ancora una volta – si legge in una nota del Centro Addestramento Alpino – la montagna si conferma quale scuola dell’audacia e gli Alpini quali naturali depositari della ‘cultura della quota’, intesa come capacità di operare nella verticalità, su neve e ghiaccio, in condizioni spesso avverse”. Il corso era alla prima edizione perché il rinnovato iter formativo è in vigore da quest’anno: i partecipanti sono qualificati Istruttori Militari di Alpinismo.