Sul finto ordigno collocato in un bagno della stazione di Aosta lo scorso 19 aprile sono state rinvenute delle impronte digitali. Tuttavia, la loro comparazione con le banche dati delle forze dell’ordine non ha dato esito: non appartengono ad alcun pregiudicato censito. Il pm Carlo Introvigne, titolare del fascicolo sull’episodio, aperto per procurato allarme, ne ha quindi chiesto al Gip del Tribunale l’archiviazione.
L’oggetto, notato da un utente dei servizi, che lo aveva segnalato al personale ferroviario, pur non contenendo esplosivo si era distinto per la sua verosimiglianza: un parallelepipedo fasciato con del nastro oscurante da lavoro, dal quale fuoriuscivano cavi elettrici di colore rosso e nero. Dal momento del ritrovamento, attorno alle ore 14, e per circa due ore, l’area era stata delimitata dalle forze dell’ordine, con l’intervento degli artificieri. Nel bagno non erano state rinvenute né scritte, né biglietti. Nemmeno, il gesto era stato rivendicato con telefonate, o scritti.
Il rinvenimento di impronte è comunque un dato investigativamente acquisito, al di là della richiesta di archiviazione. Qualora, nel caso di eventuali futuri reati, si dovesse giungere all’identificazione della persona che le ha lasciate, la Procura chiederà la riapertura del procedimento, contestando i fatti della stazione.