La villetta a Montroz di Cogne, teatro del noto delitto, andrà all’asta. Lo ha disposto oggi, giovedì 5 novembre, il Tribunale di Aosta, dopo che in settembre era stata respinta la richiesta di sospensione dell’esecuzione immobiliare avanzata da Annamaria Franzoni, proprietaria. Nel corso dell’udienza del procedimento esecutivo di vendita, dinanzi al giudice Paolo De Paola, è emersa la valutazione dello stabile, di circa 800mila euro, cifra che costituirà quindi la base d’asta.
La data per il tentativo di vendita non è ancora stata fissata (sarà un delegato del giudice a procedere). L’asta sarà “senza incanto”, sarà cioè possibile inviare delle offerte, entro una data limite. Il pignoramento a fini di vendita della villetta in cui, il 30 gennaio 2002 venne ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, è conseguenza di un contenzioso tra l’avvocato romano Carlo Taormina e Annamaria Franzoni, che per l’omicidio è stata condannata definitivamente a 16 anni di carcere, tornando in libertà nel febbraio 2019.
Il legale difese la donna nelle prime battute del procedimento, ma Taormina ha lamentato il mancato pagamento dei suoi onorari. Dalla sua, l’avvocato ha una sentenza civile del Tribunale di Bologna, che ha condannato la donna a riconoscergli 275mila euro. Nell’atto di pignoramento (depositato in considerazione del fatto che Franzoni, oggi stabilitasi sull’appennino emiliano con il marito Stefano e altri due figli, non presenterebbe altri beni aggredibili), la somma è lievitata fino ad oltre 450mila euro.
Taormina in questa vertenza è difeso dal figlio Giorgio. La richiesta di sospensione dell’esecuzione era motivata con il fatto che la villetta non fosse pignorabile, perché parte di un fondo patrimoniale. Con un’ordinanza, il giudice De Paola non la aveva però ritenuta una valida ragione di opposizione, dando il “via libera” al prosieguo della procedura (è comunque ancora pendente l’udienza di merito sull’istanza). Quello di oggi, in sostanza, è un ulteriore passo verso la vendita, o almeno il tentativo di procedervi.