Si è chiuso con il patteggiamento ad un anno e quattro mesi di carcere (pena sospesa) il processo ad Andrii Borysenko, il camionista ucraino 44enne accusato di omicidio stradale per l’incidente in cui, il 7 maggio dell’anno scorso, a Gignod, aveva perso la vita Luciano Cerise, 78enne di Allein. L’udienza si è tenuta nella mattinata di oggi, martedì 24 settembre, dinanzi al Gup del Tribunale.
L’accusa era rappresentata dal pm Eugenia Menichetti, mentre l’imputato era difeso dall’avvocato Andrea Balducci. L’imputazione era contestata con l’aggravante di aver proceduto a velocità troppo sostenuta. Tale aspetto era emerso da una consulenza tecnica svolta nell’ambito delle indagini. Lo scontro tra l’autoarticolato condotto da Borysenko e il pick-up su cui viaggiava Cerise con la moglie era avvenuto sulla Statale 26, non lontano dal bivio per Allein.
Secondo la ricostruzione (i rilievi erano stati curati dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Aosta), il tir scendeva dal Gran San Bernardo ed aveva iniziato a sbandare prima di una curva. Cerise, che procedeva in direzione opposta, aveva tentato, purtroppo invano, di evitare il rimorchio. Il paraurti metallico posteriore del mezzo pesante aveva “agganciato” il lato anteriore sinistro del pick-up, sbalzandolo nell’altra corsia, fino a farlo finire contro il muro di delimitazione della Statale 27.
Prima di arrivare all’udienza odierna, Borysenko aveva risarcito la famiglia della vittima (non è motivo di estinzione del reato, ma rileva sul piano delle attenuanti che possono essere riconosciute e dell’assenso al patteggiamento). Il Gup, non essendo possibile procedere alla sospensione della patente dell’imputato (perché emessa da un altro Stato), ha disposto a carico dell’autista il divieto di circolare in Italia per due anni.