Assegno vitalizio di Albert Cerise, i figli presentano ricorso in appello

Dopo essersi visti negare dalla Corte dei Conti della Valle d'Aosta, nell'aprile scorso, il vitalizio del padre di quasi 600mila euro hanno deciso di presentare ricorso in appello.
Alberto Cerise
Cronaca

Chantal e Bruno Cerise ci riprovano. Dopo essersi visti negare dalla Corte dei Conti della Valle d’Aosta, nell’aprile scorso, il vitalizio del padre Alberto, di quasi 600mila euro hanno deciso di presentare ricorso in appello.

La querelle si giocava sul filo delle date. Il 4 settembre del 2012 Alberto Cerise si dimette dalla carica di consigliere regionale per motivi di salute e il giorno stesso presenta richiesta all’Istituto competente (organo inserito all’interno del Consiglio regionale) di erogazione dell’assegno vitalizio, ovvero la pensione da consigliere.
Una settimana dopo, l’11 settembre, Cerise muore. A questo punto il Consiglio regionale, riunitosi nella sua prima seduta dopo le vacanze estive il 19 settembre, prende atto del decesso del suo Presidente e non delle dimissioni. Ma è proprio in questo passaggio che, secondo l’Istituto dell’Assegno Vitalizio, si nascondono le ragioni del rigetto della domanda di erogazione, arrivata il 16 settembre 2013. Ovvero se il Consiglio avesse preso atto in tempo delle dimissioni l’assegno sarebbe stato erogato agli eredi, i figli Bruno e Chantal. Ma cosi non è stato e in caso di decesso la legge prevede che “la posizione individuale dello stesso è attribuita, in forma di capitale, al coniuge (Ndr anche la moglie Dinella Bruschi era mancata nel 2008) o, in mancanza, ai figli se questi ultimi sono fiscalmente a carico del consigliere”. Norma quest’ultima contestata dai figli che chiedono di rimetterla alla Corte Costituzionale per il giudizio di legittimità. Secondo i figli inoltre la domanda di erogazione, presentata dal padre il 4 di settembre, valeva già come atto ufficiale di dimissioni.

La Giunta regionale ha deciso oggi di costituirsi in giudizio affidandosi all’avvocato Carlo Emanuele Gallo del foro di Torino e ad Alberto Romano del foro di Roma. 

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