L’addetto agli scarichi della Cogne Acciai Speciali, Ismaele Grassi, è indagato dalla Procura di Aosta con l’accusa di inquinamento.
Mercoledì scorso, infatti, il Corpo Forestale valdostano ha sequetrato il bacino di contenimento della vasca di sodatura ossidante della Cogne Acciai Speciali di Aosta, dove in passato avveniva un pretrattamento di decapaggio. L’impianto è fuori servizio dal 2006, ma l’indagine, aperta dalla Procura di Aosta, vuole verificare se ci sono delle irregolarità e se vi è la possibilità di inquinamento
della falda acquifera nelle zone limitrofe.
‘Siamo tranquilli – dichiarano i responsabili della Cogne – per quello che concerne la salvaguardia della salute dei lavoratori e la tutela dell’ambiente. Ribadiamo la nostra disponibilitàa collaborare con gli organi preposti negli approfondimenti necessari a verificare la corretta esecuzione delle opere di smantellamento e di messa in sicurezza del bacino’.
Nelle scorse settimane, a livello politico c’erano state numerose polemiche proprio sull’azienda. Lo
stesso vice presidente, Roberto Marzorati, era intervenuto sostenendo che non vi erano problemi legati all’inquinamento.
Il consigliere regionale Alberto Zucchi, infatti, aveva espresso non poche perplessità riguardo alle eventuali responsabilità della CAS nella presenza di cromo esavalente nella falda acquifera aostana. Accuse duramente respinte dai vertici aziendali.
A distanza di pochi giorni dalle polemiche il sequestro. Ma per il momento non vi è ancora nulla di ufficiale, e tutto è ancora da chiarire.
Infatti, dovranno essere svolte ancora molte verifiche sulla vasca a cui sono stati posti i sigilli.