Un altro caso di consulenze regionali contestate dalla magistratura contabile è stato discusso stamattina, in udienza, dalla Sezione giurisdizionale per la Valle d’Aosta della Corte dei Conti. Imputato nel procedimento è Fulvio Bovet, ex dirigente dell’Amministrazione di piazza Deffeyes, cui la Giunta aveva affidato, dal 2008 al 2013, la gestione della Direzione ambiente dell’omonimo assessorato.
In quella fase, il direttore aveva – nel febbraio 2009 e nel marzo 2010 – posto il visto di legittimità (e sottoscritto i conseguenti contratti) alle delibere approvate dall’Esecutivo per l’assegnazione di incarichi in materia di riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, oltre alla gestione delle problematiche giuridiche concernenti l’ambiente. Per la Procura regionale della Corte, si trattava di competenze che non necessitavano il ricorso ad uno specialista esterno, ma potevano essere svolte direttamente da un funzionario dell’Amministrazione. Da tale valutazione, l’accusa di illegittimità della consulenza e l’ipotesi di un danno erariale, a carico di Bovet, di 21mila euro, calcolato riducendo della metà la richiesta iniziale di 42mila euro, in ragione “del nesso causale con la Giunta”.
In realtà, come emerso dall’istruttoria, ripercorsa in aula dal vice-procuratore regionale Claudio Chiarenza, gli incarichi, conferiti alla stessa persona, erano stati in tutto sei, a partire dal 2005. Per i primi quattro, di cui si era occupato un altro dirigente, nel frattempo è però scattata la prescrizione e la Corte può rivalersi solo sugli ultimi due. Tuttavia, secondo il vice-procuratore Chiarenza, “è proprio la valutazione della vicenda nel suo insieme a mostrare il totale sviamento dello strumento consulenziale, utilizzandolo non per materie di alta specializzazione, ma per attività del tutto ordinarie, comprese nello stipendio del personale in servizio”.
L’avvocato difensore di Bovet, Fabrizio Callà, ha posto l’accento dapprima sulla differenza normativa esistente, all’epoca dei fatti, tra le norme regionali e quelle nazionali, sostenendo che le ultime – cui la Procura si è richiamata per motivare la contestazione – non troverebbero applicazione in Valle, in ragione delle prerogative statutarie in materia di pubblico impiego. Sucessivamente, ha aggiunto che le collaborazioni affidate sopperivano ad una mancanza oggettiva di personale della direzione, dove lavoravano prevalentemente figure tecniche, mentre l’oggetto degli incarichi era di natura giuridica. La sentenza è attesa nelle prossime settimane.