Era stato arrestato ed incarcerato lo scorso 20 novembre, perché ritenuto il “fulcro” di un sistema di corruzione attivo all’ombra del Cervino, in grado di condizionare gare pubbliche. Da quel mattino, l’ex capo ufficio tecnico del comune di Valtournenche Fabio Chiavazza ha trascorso quasi sei mesi in cella, uscendone oggi, venerdì 10 maggio. In vista della chiusura dell’inchiesta “Do Ut Des”, e della scadenza dei termini di custodia preventiva, la Procura non ravvisava più le esigenze cautelari e ne ha fatto istanza al Gip del Tribunale, che ha disposto la scarcerazione.
Il caso vuole che l’allora funzionario comunale, dopo aver trascorso Natale e Pasqua a Brissogne, ritrovi la libertà nel giorno del suo quarantanovesimo compleanno. Difeso dall’avvocato Massimiliano Sciulli, Chiavazza è sempre rimasto in silenzio, sia dinanzi al Gip, sia nelle due occasioni in cui il pm Luca Ceccanti, titolare delle indagini, avrebbe voluto interrogarlo. Assieme a lui, nel blitz dei Carabinieri che aveva risvegliato bruscamente la Valtournenche, erano state eseguite altre sette misure cautelari (fra le quali, gli arresti domiciliari per i tre soci dell’impresa “Edilvu”: Loreno e Ivan Vuillermin e Renza Dondeynaz), ora tutte revocate.