Nessuna sospensione cautelare per le interdittive antimafia emanate dal questore Pietro Ostuni nei confronti delle imprese edili “I.C.F. Srl” e “A.G.F. Srl”. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale per la Valle d’Aosta, respingendo, con decreti cautelari pubblicati oggi, le istanze presentate dal legale delle due imprese, l’avvocato Andrea Giunti.
Le società avevano depositato ricorso con domanda di sospensiva dell’efficacia degli atti impugnati, sia contro il provvedimento dello scorso aprile di rigetto dell’iscrizione all’albo “dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori dei lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa” (la cosiddetta “white list”), sia contro l’interdittiva che è seguita ai due dinieghi, nel mese di maggio.
Secondo i giudici amministrativi, la sospensione cautelare non trova fondamento perché “il pregiudizio lamentato dalle ricorrenti appare allo stato recessivo rispetto alla natura e alla rilevanza degli interessi pubblici affidati alla cura dell’autorità procedente”. In tale quadro, è “insussistente il requisito dell’estrema gravità e urgenza tale da non poter attendere la prima camera di consiglio utile per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare”.
La discussione sui ricorsi è stata quindi programmata per l’udienza del prossimo 12 luglio. Nelle interdittive emanate quale responsabile del gruppo interforze antimafia (composto da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Direzione Distrettuale Antimafia e Ispettorato del lavoro), il questore Pietro Ostuni aveva messo nero su bianco che “sussiste la presenza di situazioni relative a tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi” delle due società, con le quali era salito a quattro il numero delle ditte con sede in Valle colpite da tale provvedimento.