Fu trascinato dalla valanga per 150 metri e quando riprese i sensi si ritrovò sotto 1,5 metri circa di neve cemento. A salvare Christian Welponer, 70 anni di Bolzano, uno dei freerider coinvolti nella valanga del canalone "La Visaille" in Val Veny, che il 2 marzo 2017 travolse e uccise tre persone, fu l'intervento tempestivo del soccorso alpino valdostano e del soccorso alpino della Guardia di Finanza. Dopo un anno dai tragici eventi il bolzanino ha trovato un modo per esprimere la propria riconoscenza ai soccorritori valdostani: proporli per una medaglia al valore civile e/o al merito civile.
La richiesta è arrivata al Comune di Courmayeur che nei giorni scorsi ha deliberato di inoltrare la proposta al Ministero dell'interno, in accordo con la Presidenza della Regione, "valutato lo spiccato coraggio degno di altissima considerazione" e l'"eccezionale spirito di abnegazione".
Welponer stava sciando con gruppo di 4 altri sciatori del Summit Club del Deutscher Alpenverein. La valanga che si staccò al passaggio degli sciatori coinvolse 18 sciatori freerider, uccidendone tre e ferendone cinque.
“Non potevo muovere neanche un’unghia ed ero certo che dovevo morire! – ricorda Welponer nella relazione inviata al Comune di Courmayeur – Guardavo la morte in faccia, ma dopo una mezz’ora, quando l’ossigeno che faticosamente riuscivo a respirare, grazie ad una piccola buca d’aria, ormai stava per finire così come la mia vita, sentii dei rumori sopra la mia testa…Erano gli uomini del Soccorso Alpino che con impegno, professionalità ed un idealismo senza pari stavano in ginocchia sopra la mia tomba e con le loro pale, non tenute per il manico ma per la lama riuscirono a tempo di record a scavare e trarmi in salvo. Neanche 5 minuti ancora e sarei morto asfissiato".
