Dossier centraline, la S.E.V.A. querela il Movimento 5 Stellle

Secondo l’amministratore della società, Stefano De Benedetti, nel documento presentato dai grillini sono contenute “affermazioni palesemente insinuanti, ambigue, sottintese, diffamatorie e lesive dell’onorabilità della società”.
La centralina idroelettrica di Dolonne
Cronaca

La S.E.V.A. srl, società valdostana che dal 1993 si occupa di progettare, costruire e gestire centrali per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non inquinanti, ha presentato una querela per diffamazione a mezzo stampa contro il Movimento 5 Stelle.

Nello specifico, l’amministratore della società Stefano De Benedetti ha presentato un esposto presso il Tribunale di Aosta nei confronti di Stefano Ferrero. Motivo della disputa, le dichiarazioni rilasciate lo scorso giugno dal portavoce dei grillini in occasione della presentazione del dossier “La banda delle centraline 3 – La convenzione beffarda”, e pubblicate su La Stampa e sul sito dell’associazione ALP di Aosta – Associazione Libero Pensiero.

Secondo De Benedetti, “pur utilizzando una terminologia apparentemente lecita, Ferrero lascia trasparire nei confronti di S.E.V.A. accuse di collusione finalizzata alla violazione della normativa ambientale”. Ma non solo. “Per chi legge l’intero dossier – continua – la nostra società sarebbe in concorso con il Comune per corruzione e abuso d’ufficio, eludendo gli obblighi fiscali, creando fondi neri, corrompendo politici locali. Affermazioni palesemente insinuanti, ambigue, sottintese, diffamatorie e lesive dell’onorabilità della società”.

Entrando nei dettagli, tra i numerosi punti di discussione, c’è anche la questione citata da Ferrero riguardante la centrale di Dolonne e il suo “impatto notevole in una zona delicata”, alla quale S.E.V.A. replica che le opere “sono state approvate regolarmente da tutti gli Enti competenti nel corso della lunghissima istruttoria”. Anche riguardo ai “pareri diventati per magia positivi” e ai “soliti intrecci”, S.E.V.A. risponde che, “come ampiamente dimostrato, la società ha invece sempre operato nel pieno rispetto di tutte le normative”.

Riguardo invece “a un ipotetico progetto del Comune che sarebbe stato presentato in data anteriore rispetto a quello della S.E.V.A – continua Di Benedetti – di questo non vi è mai stata traccia, né l’amministrazione regionale competente ha mai provveduto a comunicarne l’esistenza alla società”. Mentre per quello avanzato sempre dal Comune di Courmayeur, quasi due anni dopo la presentazione di quello di S.E.V.A., “non sono veritiere le affermazioni per le quali l’amministrazione pubblica avrebbe avuto il diritto di prelazione sullo sfruttamento delle acque e quindi avrebbe subito un danno rinunciando al proprio progetto a favore di un soggetto privato: la legislazione garantisce un vantaggio solo al primo proponente, senza prevedere alcuna prelazione per i Comuni o gli Enti locali”.  

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