“Il fatto non costituisce reato”. Con questa motivazione Eliseo Duclos, 56 anni, imprenditore caseario di Gignod, è stato assolto ieri dall’accusa di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. All’uomo era contestata l’evasione dell’Irpef per oltre 163mila euro nel 2008 e per quasi 236 mila nel 2009: per questo motivo gli erano stati sequestrati preventivamente, con la procedura della "confisca per equivalente", un appartamento a Loano (Savona) del valore di 335 mila euro e circa 64 mila euro in contanti.
Secondo gli inquirenti, Duclos non aveva dichiarato elementi attivi di reddito per circa 960 mila euro e compiendo operazioni "extraconto", direttamente allo sportello di istituti di credito, per circa 600 mila euro.“Le cifre contestate non erano compatibili con il reddito di un allevatore con una cinquantina di capi – hanno ribattuto gli avvocati difensori Jaques Fosson e Massimiliano Sciulli – e la perizia ha dimostrato che al nostro assistito erano stati calcolati determinati ricavi senza dedurre i giusti costi e che gli erano stati attribuiti assegni che non riguardavano la sua azienda”.
Gli accertamenti disposti dal giudice, infatti, hanno portato all’assoluzione dell’allevatore: la soglia che comporterebbe la punibilità penale, ovvero un’imposta evasa superiore a 30 mila euro con riferimento a ciascuna singola imposta (e redditi sottratti all’imposizione in misura superiore al 5% dell’attivo dichiarato), non è stata superata. I beni sequestrati a Duclos quindi sono stati restituiti e al termine dell’udienza del processo, che si è svolto con rito abbreviato, il pm Pasquale Longarini ha chiesto l’assoluzione.