Ex medico del 118 a processo: è accusato di non aver portato in ospedale un paziente incosciente

Maria Scrugli, 33 anni di Torino, è stata rinviata a giudizio. Il processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore è in calendario il prossimo 14 aprile.
ambulanza
Cronaca

Dovrà rispondere di abbandono di persone incapaci un ex medico del 118 di Aosta – Maria Scrugli, 33 anni di Torino – accusato dalla procura di non aver portato in ospedale un paziente incosciente che aveva subito un trauma cranico e che il giorno dopo finì ricoverato in rianimazione.  Il processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore è in calendario il prossimo 14 aprile.

I fatti risalgono alla notte tra il 15 e il 16 gennaio 2013 quando, in un albergo di Gressoney-Saint-Jean, l’ambulanza intervenne per la caduta di un dipendente sessantenne. L’uomo era scivolato su uno scalino dopo una cena in cui aveva assunto alcol. Fu trovato dall’anestesista-rianimatore del 118 in stato di incoscienza, con un escoriazione sullo zigomo sinistro e alcune macchie di sangue. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia, il medico tentò invano di svegliarlo. Tuttavia non rilevò un’escoriazione del cuoio capelluto e si allontanò dicendo di non portarlo in ospedale.

Il mattino seguente fu il gestore dell’albergo che aveva constatato lo stato di incoscienza del suo dipendente, che continuava a perdere sangue dal naso, a fare intervenire di nuovo l’ambulanza. Trasportato al Parini di Aosta all’uomo venne eseguita una tac cerebrale, che rivelò un "ematoma subdurale acuto", il sessantenne fu quindi ricoverato in rianimazione in coma farmacologico. La prognosi fu sciolta soltanto il 31 gennaio, con un tempo di guarigione previsto di altri 40 giorni. 

Su richiesta del procuratore capo Mineccia, è stata assolta nel processo con rito abbreviato la guardia medica che intervenne quella stessa notte insieme all’ambulanza del 118. Il suo avvocato Filippo Vaccino ha infatti fornito al gup Maurizio D’Abrusco una copia del registro, compilato dopo l’intervento, in cui la guardia medica espresse la necessità di trasportare il paziente in pronto soccorso. 

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