Fisco, 30% in meno di ricorsi nel 2015 alla commissione tributaria

Stamane la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario tributario. Oltre ai dati sul contenzioso in Valle, evocata la "Tangentopoli" fiscale che ha colpito varie città e tratteggiati alcuni possibili scenari futuri per la giustizia tributaria.
Inaugurazione anno giudiziario tributario 2016
Cronaca

"Sfiducia" della cittadinanza e "scollamento tra contribuenti e autorità fiscale e giudiziaria". Ruotano attorno a queste parole i principali problemi della giustizia tributaria in Italia. Il presidente della Commissione regionale, il magistrato Pasquale Longarini, lo ha sottolineato sin dalle prime righe della relazione pronunciata stamattina, in biblioteca regionale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario.

"Non posso tralasciare – ha detto – il penoso turbamento suscitato dalle recenti notizie di condotte criminose di alcuni magistrati tributari che, attraverso il mercimonio della loro funzione, hanno comportato un generale discredito di tutta la magistratura tributaria, ingenerando una diffusa sfiducia nell’operato della stessa". Più in generale, la questione è che troppe volte ad essere compromessa è "non tanto la sostanza della libertà ed indipendenza del giudice tributario, quanto l’apparenza di questa qualità".

Secondo Longarini, "perché i sacrifici siano giusti, occorre non solo un bravo legislatore, non solo un bravo esattore, ma anche un bravo e rispettato controllore. E perché un controllore sia rispettato occorre non solo che esso sia, ma anche appaia, indipendente". Inoltre, "per una giustizia tributaria fondata sull’uguaglianza, sull’equità distributiva e sulla progressività, rilevante e decisivo è anche l’apporto dei cittadini contribuenti".

In questo senso, il Presidente della Commissione ha posto l’accento sul cambiamento radicale, sotto il profilo sociale, "circa il sentimento nei confronti dell’evasore fiscale che, fino a qualche anno fa, era visto come un modello da imitare, mentre oggi è paragonato ad un parassita sociale che sottrae risorse allo Stato". Occorre però andare oltre e "fondamentale diventa, allora, educare ed educarci alla legalità", perché solo su questo cammino si "tende a facilitare la partecipazione responsabili alla vita sociale, sviluppando la concezione del diritto quale espressione del patto sociale".

L’attività della Commissione

Il presidente Longarini ha quindi esposto i dati relativi al contenzioso tributario in Valle d’Aosta nel 2015. Nel dettaglio, alla Commissione tributaria provinciale, che giudica in primo grado, sono pervenuti 158 ricorsi, mentre la Commissione competente per il secondo grado, cioè quella regionale, si è occupata di 39 appelli.

In primo grado, dei 158 ricorsi, 82 sono stati definiti con sentenza, di cui 21 favorevoli allo Stato e 25 al contribuente. Relativamente agli appelli, 20 sono stati proposti dall’Amministrazione e 19 dai cittadini. Tutti sono andati a sentenza: 16 si sono risolti a favore dello Stato e 13 del contribuente.

Rispetto all’evoluzione del contenzioso, se rapportati al 2014, i dati mostrano una sensibile flessione del numero dei ricorsi presentati alle corti tributarie operanti in Valle d’Aosta (-30,38%). In particolare, esaminando solo la Commissione tributaria provinciale, la riduzione è del 32,18% (233 ricorsi nel 2014, a fronte dei 158 dello scorso anno), mentre per quella regionale si attesta sul 22% (50 ricorsi nel 2014, contro i 39 del 2015).

Interessante anche, secondo il Presidente della Commissione, l’analisi del numero degli appelli formulati dall’amministrazione finanziaria, rispetto a quelli proposti dal contribuente. Dei 39 pervenuti alla Commissione tributaria regionale, 20 sono giunti dagli uffici finanziari (cioè il 51,28%) e 19 dai contribuenti (48,7%). Ciò lascia intendere "per quel che possa valere, una equa ripartizione della non condivisione delle decisioni di primo grado tra le due parti del processo tributario".

La "panoramica" sui dati si completa poi con il fatto che sulle 39 sentenze depositate dalla Commissione tributaria regionale nel 2015, sono stati promossi 11 ricorsi per cassazione, cioè il 28,2%.

Il futuro della giustizia tributaria

Se il magistrato Longarini si è soffermato soprattutto sui problemi che il settore vive ogni giorno, sul futuro si è espresso invece Massimo Scuffi, presidente del Tribunale ordinario di Aosta ed anche componente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. "Se l’intervento sulla delega fiscale ha rappresentato un passaggio significativo nell’evoluzione delle garanzie del contribuente, – ha affermato – poco successo hanno riscosso i tentativi di modifica ordinamentale dell’ambito".

"La giustizia tributaria – ha aggiunto – ad oggi è ancora ancillare al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Non si riesce ad andare verso un inquadramento autonomo, al pari delle altri giustizie. Spiace poi che aspetti quali l’indipendenza del giudice e la sua qualità vengano alla luce in presenza di una vera ‘Tangentopoli’ fiscale, che ha interessato varie città".

Scuffi ha quindi sviscerato le varie ipotesi di riorganizzazione sul tappeto, prevalentemente tre, sottolineando anche la differenza tra esse a livello di impatto economico sul bilancio dello Stato ed auspicando che per mettere mano al sistema "si riescano a trovare delle risorse", perché "il punto centrale è la riforma, ma bisogna anche pagare. Non si può sempre fare tutto a costo zero".

La cerimonia si è quindi conclusa con l’intervento del direttore della Commissione tributaria regionale, Massimo Rastel Bogin, che ha affrontato aspetti maggiormente tecnici, come la riforma del contenzioso tributario, l’attivazione del portale Internet www.giustiziatributaria.gov.it, l’attivazione della Carta dei servizi e l’avvio del processo tributario telematico.
 

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