Stoccaggio illecito di rifiuti. È l’ipotesi di reato per cui è stato denunciato all’autorità giudiziaria un uomo, residente in Valle, cui la Polizia locale di Aosta ha posto sotto sequestro, alla fine della scorsa settimana, un furgone in condizione degradata, parcheggiato da tempo nel piazzale dell’ovovia per Pila. Il mezzo, secondo quanto accertato dagli agenti, veniva indebitamente utilizzato quale “magazzino” dei materiali derivanti all’attività di ritiro e successiva rivendita di rifiuti per cui il denunciato detiene una regolare autorizzazione.
Inizialmente, il Fiat Ducato oggetto del provvedimento era stato segnalato alla Polizia locale come abbandonato. Svolgendo i primi accertamenti, gli uomini dell’Ufficio polizia ambientale del Comando si sono invece resi conto che, per quanto il mezzo fosse anch’esso allo stato di un rifiuto, non era semplicemente così. Hanno infatti notato che l’uomo lo raggiungeva con un altro camion, con il quale prelevava i materiali di cui altri si disfacevano, per poi stiparvi all’interno quanto raccolto. Appurato questo aspetto, sono iniziati i controlli, che hanno messo in luce anzitutto un illecito di natura amministrativa.
Lo “svuotacantine” possedeva il formulario per il trasporto dei rifiuti presi in carico, in particolare ferrosi, ma non risultava compilato, rendendo così impossibile la tracciatura di quanto aveva a bordo. Per questa violazione, è in via di definizione negli uffici di via Monte Emilus la sanzione, che si attesta sull’ordine delle diverse migliaia di euro. L’uso indebito del furgone come “magazzino” è invece di carattere penale ed ha fatto scattare il sequestro, esteso anche al materiale rinvenuto sui due mezzi, e la denuncia del valdostano per lo stoccaggio illecito, trasmessa alla Procura della Repubblica negli scorsi giorni.
Approfondimenti sono, infine, in corso da parte della Polizia locale, in collaborazione con l’Arpa della Valle d’Aosta, per capire se i rifiuti cui sono stati posti i sigilli siano tutti compatibili con l’autorizzazione di cui l’uomo è titolare, o se per alcuni dei materiali fosse previsto dalla legge un trattamento specifico di smaltimento (e quindi non gli fosse possibile ritirarli). Dagli esiti di questa ulteriore attività (riguardanti in particolare parti di motori di mezzi meccanici) potrebbero scaturire ulteriori contestazioni nei riguardi dell’uomo.