Furto dei campanacci, Quendoz si difende: “non sono io il mandante”

Il collezionista di Gressan nega di aver commissionato la rapina ai danni di Cornelia Betral, novantenne di Charvensod. L’avvocato: “troppa passione e un acquisto senza le dovute cautele”.
Il ritrovamento dei campanacci
Cronaca

“Il mio cliente nega nel modo più assoluto di aver commissionato il furto né di aver pagato anticipatamente per entrare in possesso dei campanacci”. Questa, nelle parole dell’avvocato Fabrizio Voltan del foro di Torino, è la linea difensiva di Renato Quendoz, l’uomo di 66 anni di Gressan che è stato denunciato a piede libero con la pesante accusa di rapina pluriaggravata e di ricettazione. Secondo le forze dell’ordine per il furto a casa di Cornelia Betral, novantenne di Charvensod, Quendoz si sarebbe servito di Salvatore Agostino, 52 anni di Aosta, di Corrado Daudry, 60 anni di Quart e di un terzo uomo, ancora non identificato.

“Il mio cliente – dice l’avvocato Voltan – dopo una vita da onesto lavoratore, chiarirà la sua effettiva posizione di fronte agli organi della magistratura. Il mio assistito è sicuramente una persona anziana, animata da una forte passione da collezionista per quelle particolari campane agresti e per questo motivo ha compiuto un acquisto senza le dovute cautele. In questo atto iniziano e finiscono le sue responsabilità. Il sig. Quendoz è invece rammaricato per il fatto che nessun organo di informazione ha evidenziato, anche solo incidentalmente, il suo ruolo attivo per far rinvenire agli inquirenti i campanacci nel pilone del cavalcavia”. Ma proprio su questo aspetto resta l’incognita su come sia avvenuta la consegna della merce. Se Quendoz ammette di aver preso materialmente i campanacci non è chiaro perché i campanacci fossero nascosti in un’intercapedine sotto l’autostrada vicino all’area verde di Gressan."Potrò fornire spiegazioni su questo nonappena avrò il mandato per farlo" convlude l’avvocato.

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