I tre dipendenti licenziati da Cinelandia impugnano il ricorso. Nel frattempo riaprono le sale

Da venerdì 26 marzo, la multisala di Saint-Christophe, Cinelandia, ha ripreso la programmazione, che era stata sospesa da lunedì 22 marzo, per una verifica interna. Secondo Cinelandia, i dipendenti avrebbero utilizzato la struttura per fini privati.
Cinelandia
Cronaca

Da ieri sera, venerdì 26 marzo, la multisala di Saint-Christophe, Cinelandia, ha ripreso la programmazione, che era stata sospesa da lunedì 22 marzo, per una verifica interna. Infatti, dopo alcuni episodi giudicati «gravi e spiacevoli» dalla direzione, avevano optato per chiudere qualche giorno, per cercare di riportare un clima di serenità.

Del resto, l'azienda ha dovuto licenziare tre dipendenti, tra cui la direttrice, altri, invce, hanno dato le dimissioni.  Ora, i licenziati si sono rivolti all'avvocato Massimiliano Sciulli, perché intendono impugnare il provvedimento di licenziamento, giudicato, secondo loro illegittimo.

Di tutt’altro avviso la società. «Cinelandia ha agito correttamente – spiega l’avvocato Mino Siracusa, del foro di Milano, che cura gli interessi della multisala di Saint Christophe – e ha licenziato dipendenti che non si sono comportati attenendosi al contratto. Sono stati licenziati per «infedeltà» ed è un atto legittimo. Non si può utilizzare il luogo di lavoro per fini privati, e soprattutto senza chiedere nulla alla proprietà».

Infatti, secondo Cinelandia, i dipendenti avrebbero utilizzato la struttura per fare alcune feste tra di loro, tra cui quella di fine anno, e per alcune proiezioni private, ovvero al di fuori della normale programmazione.

E proprio nei giorni in cui si respirava una grande tensione, vi è stato anche un controllo dei Nas e dei funzionari dell’Usl, che hanno trovato alimenti in fase di decongelamento. E l’amministratore delegato, Paolo Petazzi, è stato denunciato per «difetto in alcune autorizzazioni sulla gestione dei cibi e per la conservazione inidonea degli alimenti da frigo».

Un episodio che lascia qualche perplessità all'azienda, che da subito, infatti, aveva parlato di atti di ritorsione.

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