Dalle indagini svolte dal Corpo forestale è emerso che lo sversamento di idrocarburi in Dora, dello scorso 1° novembre, sia stato causato dalla rottura di una valvola, ma gli inquirenti non sono arrivati a determinare esattamente quando fosse avvenuta l’ultima manutenzione.
Considerando che la Eni, proprietaria della stazione di pompaggio nel deposito di Pollein dalla quale erano fuoriusciti i combustibili, si avvaleva anche di ditte esterne per tali interventi, l‘incognita temporale non ha reso possibile individuare precisamente le responsabilità dell’accaduto.
Il pm Eugenia Menichetti, titolare del fascicolo aperto originariamente per inquinamento ambientale e attività di gestione non autorizzata di rifiuti, ne ha pertanto chiesto al Gip del Tribunale l’archiviazione. Risultavano indagati due dirigenti Eni. Contestualmente, è stato disposto il dissequestro di tutte le strutture cui, nelle indagini, gli inquirenti avevano posto i sigilli.
Gli idrocarburi erano finiti nel fiume e nella canalizzazione fognaria, raggiungendo anche il depuratore di Brissogne. Dalle indagini erano stati riscontrati gasolio, cherosene e nafta, utilizzabili per l’alimentazione di motori e di riscaldamenti.
Quanto al quantitativo fuoriuscito, sulla base dei primi riscontri, il Corpo forestale aveva parlato di “qualche centinaio di metri cubi”, non escludendo che potessero essere “diluiti dall’acqua piovana”.
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E come al solito, in questa in questa ridicola repubblica delle banane che siamo diventati, la colpa non è mai di nessuno! Semplicemente una sola parola : VERGOGNA