Idroelettrico, l’8 giugno in discussione i ricorsi delle società sanzionate per prelievi difformi

La Giunta regionale ha deliberato di costituirsi in giudizio nelle impugnazioni depositate da "Idroelettrica Quinson Srl", "LPN Srl", "Idrora Srl" e "Euriver Srl". Una partita che, solo in uno dei quattro casi, vale 1,2 milioni di euro.
Champorcher - Torrente Ayasse
Cronaca

Non se ne sente parlare sovente: si chiama Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche e decide, tra l’altro, sulle controversie riguardanti i diritti relativi alle derivazioni e utilizzazioni di corsi d’acqua. Sarà proprio in tale sede che, il prossimo 8 giugno, si discuteranno i ricorsi presentati da quattro società impegnate nella produzione di energia idroelettrica in Valle, contro i provvedimenti di contestazione emanati dal Gestore dei Servizi Energetici e dalla Regione per il prelievo d’acqua in difformità dalle rispettive autorizzazioni. Una partita dal piatto ingente, visto che solo una delle impugnazioni vale 1 milione e 200mila euro.

Le società sono l’“Idroelettrica Quinson Srl”, la “LPN Srl”, l’“Idrora Srl” e l’“Euriver Srl”. Tutte sono titolari di una “subconcessione di derivazione d’acqua ad uso idroelettrico” rilasciata dalla Regione, vale a dire di un provvedimento che le autorizza a prelevare acqua da un corso per produrre energia. La vicenda ha inizio quando l’Amministrazione regionale verifica, in diverse occasioni, che la derivazione di risorse idriche avviene in misura non rispondente a quanto previsto dalle singole subconcessioni.

Partono le lettere, inviate dall’Assessorato alle Opere pubbliche della Regione, competente in materia di difesa del suolo. All’“Idroelettrica Quinson” l’Amministrazione scrive nel marzo e nell’ottobre 2015, alla “LPN” nel novembre 2014, gennaio e novembre 2015, all’“Idrora” nel dicembre 2008, aprile 2013, marzo 2015 e marzo 2016 e all’“Euriver” nel novembre 2015 e marzo 2016. Alle prime tre, la Regione contesta “il mancato rispetto delle portate medie annue di prelievo stabilite dal disciplinare di subconcessione”, mentre all’ultima (l’“Euriver”), oltre alla misura della derivazione, vengono obiettati anche i periodi in cui la stessa è avvenuta.

Lo scorso 10 febbraio, entra in scena il Gestore dei Servizi Energetici (una “controllata” del Ministero dell’Economia con compiti legati all’incentivazione della produzione elettrica attraverso fonti rinnovabili), che indirizza una nota a tutte le società interessate (“Idroelettrica Quinson” ne riceverà anche una seconda, il 25 marzo 2016) e dispone “il recupero degli incentivi riconosciuti all’energia elettrica imputabile alla fonte prelevata oltre i limiti consentiti dalla concessione”, relativamente a periodi di derivazione, che variano da società a società. Tradotto in euro, significa cifre importanti: alla sola “Idroelettrica Quinson” il GSE chiede indietro oltre 1 milione e 200mila euro.

Tutte le società depositano ricorso. Il Tribunale fissa la data della discussione: l’8 giugno, a Roma. Viene citata a comparire anche la Regione e la Giunta, nella sua seduta di oggi, ha deliberato la costituzione in giudizio, stanziando complessivamente 48mila 600 euro per gli incarichi legali: a rappresentare l’Amministrazione sarà, in tre udienze, l’avvocato Gianni Maria Saracco, del foro di Torino, mentre nella quarta interverrà l’avvocato Francesco Saverio Marini, del foro di Roma.

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