Il licenziamento dell’ex consigliere del Forte di Bard, Gabriele Accornero, deciso dal Consiglio di amministrazione di Finaosta lo scorso 15 gennaio, è legittimo. A confermare il provvedimento è stato il giudice del lavoro del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, cui il già manager – implicato in una inchiesta per corruzione della Procura – si era rivolto intentando una causa, imperniata su una richiesta economica a titolo di risarcimento danni ed indennità (dall’importo non noto, ma nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro).
Il giudice ha riconosciuto ad Accornero, assistito dall’avvocato Giovanna Pacchiana Parravicini, esclusivamente una somma per ferie non fruite, che per l’ex dipendente non gli era stata liquidata da Finaosta, rappresentata in giudizio dai legali Diego Rutigliano e Francesca Ghetti. Nell’ambito della finanziaria regionale, l’allora “deus ex machina” del Forte di Bard si occupava della Direzione Uffici esteri e Relazioni esterne. Poco dopo il suo arresto (avvenuto l’8 novembre 2017), il Cda dell’azienda lo aveva sospeso in “via cautelare”.
Accornero era quindi rimasto ai “domiciliari” fino al 22 dicembre scorso e, nel mese di gennaio, era arrivato il licenziamento. Nel frattempo, la Procura ha richiesto i rinvii a giudizio e, il prossimo 19 dicembre, si aprirà l’udienza preliminare che lo vede accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, con l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin e l’imprenditore alimentare Gerardo Cuomo. Complessivamente, gli imputati (cui il pm Luca Ceccanti contesta, a vario titolo, anche la turbativa d’asta, il concorso in corruzione e peculato) sono sette.