Per aver affidato per circa 20 anni consulenze per l’incarico di tecnico comunale alla stessa geometra, sette amministratori di Valgrisenche (il sindaco Riccardo Moret e gli assessori ed ex Rinaldo Garin, Gabriele Moret, Adolfo Usel, Lorena Usel, Felice Darbelley e Fabrizio Bovard) e l’ex segretario comunale, Cecilia Plat, sono stati chiamati a giudizio dalla Procura regionale della Corte dei Conti. Il danno erariale contestato ammonta a poco più di 7.400 euro ed è relativo agli ultimi 5 anni di affidamenti diretti mentre per i precedenti è scattata la prescrizione.
Nell’udienza di questa mattina il procuratore Roberto Rizzi ha spiegato come la vicenda sia un “caso di scuola per quanto riguarda le consulenze degli enti locali. “Per 33 anni, 21 dei quali sono coperti con incarichi alla stessa persona il comune utilizza un incarico esterno per attività istituzionalmente tipica quale quella dell’ufficio tecnico comunale”. Secondo il procuratore per il Comune esisteva “l’alternativa lecita” come “varie forme di lavoro flessibile” ma “ha scelto la soluzione più comoda cioè la consulenza ad un soggetto individuato senza selezione pubblica, remunerato senza specificare i criteri di definizione del compenso e senza la determinazione scritta della convenzione con il professionista”. Nell’accusa viene anche richiamato un possibile conflitto d’interesse in quanto la “la geometra aveva curato per privati numerose pratiche edilizie presso lo stesso comune”.
Respingendo gli addebiti le difese degli amministratori comunali e del segretario hanno ricordato i tentativi andati a vuoto fra il 2001 e il 2002 di coprire l'incarico attraverso un concorso, le regole sul patto di stabilità con il divieto di assunzione successivo e ancora l'obbligatorietà delle convenzioni fra comuni arrivata solo con legge regionale 6/2014. "Anche le forme sul lavoro flessibile sarebbero state in contrasto con le norme" ha sottolineato l'Avvocato Fabrizio Fracchia. "Si tratta di politici che cercano una sintesi negli interessi della cittadinanza ma non possiamo pretendere che abbiano le conoscenze giuridiche e tecniche – ha aggiunto il difensore – e non possiamo pretendere che conoscano la normativa, si fidano del parere di legittimità".