L’ombra della mafia sulla Valtur, a rischio sequestro il villaggio di Pila

L’accusa portata avanti dalla Dia di Palermo nei confronti di Carmelo Patti, patron della più famosa azienda italiana del turismo, è di essere referente e prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro. Il 20 aprile la prima udienza del processo.
L'ex villaggio Valtur di Pila
Cronaca

Cinque miliardi di euro. È questo l’ammontare dell’impero economico di Carmelo Patti, il settantottenne imprenditore di Castelvetrano, per il quale la Direzione investigativa antimafia di Palermo ha chiesto il sequestro. Tra i beni di Patti c’è anche il villaggio di Pila, uno dei venti che la Valtur possiede nel mondo.

L’accusa nei confronti del patron della più famosa azienda italiana del turismo è di essere referente e prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro. Negli ultimi mesi gli investigatori hanno passato al setaccio il patrimonio dell’imprenditore siciliano: secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbe emersa “una inquietante sperequazione fra redditi e investimenti”. Patti aveva acquistato Valtur nel 1998 per 300 miliardi di lire: secondo le indagini della Dia, aveva investito i soldi del boss Messina Denaro.

Ci sono tre collaboratori di giustizia a chiamare in causa il patron di Valtur per presunti rapporti con esponenti mafiosi del Trapanese: Nino Giuffrè, l’ex fidato di Bernardo Provenzano; Angelo Siino, che negli anni Ottanta era il “ministro dei Lavori pubblici” di Cosa nostra; e Giovanni Ingrasciotta, conoscitore di molti segreti del clan di Messina Denaro. Siino sarebbe stato addirittura testimone di un incontro fra il cavaliere Patti e Francesco Messina Denaro, il padre di Matteo.

Fu comunque lo stesso imprenditore siciliano, nell’ottobre del 2011, a chiedere che la Valtur fosse ammessa a amministrazione straordinaria a causa dei troppi debiti, passati da un totale di 358 milioni a fine 2010 a 483 milioni l’anno seguente. Dopo la sentenza pronunciata dal Tribunale di Milano, che dichiarava «lo stato d’insolvenza» della Valtur, i tempi si sono allungati per permettere di concludere la verifica dei crediti e di formazione dello stato passivo per la complessità dell’operazione.

La prima udienza del processo è fissata per il 20 aprile, davanti alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. Se l’istanza sarà accolta, si tratterà del più ingente sequestro di capitale mafioso mai realizzato.

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