La vicenda del trenino di Cogne "è tutta colpa di un uomo solo?". E’ la domanda che si fa l’Ordine degli ingegneri della Valle d’Aosta pubblicando oggi un’inserzione a pagamento sul quotidiano La Stampa.
Scrivono nell’annuncio – nel quale viene ricostruita tutta la vicenda del trenino di Cogne dal 1979 fino alla sentenza del gennaio scorso della Corte dei Conti – gli ingegneri: "Nel ribadire la stima ai colleghi (Ndr si fa riferimento anche alla condanna del Coordinatore delle Opere pubbliche, Raffaele Rocco) coinvolti, prima che il concetto dell’ingegnere capro espiatorio di tutto e di tutti si radichi nelle menti di chiunque dovrà giudicare, è doveroso che questo Ordine scenda in campo, nel suo ruolo istituzionale più alto, a richiedere con forza che non si indulga ad approssimazioni, confusioni e sovrapposizioni nel giudizio di compiti professionali di progettazione, direzione e coordinamento complessi ed articolati, al contrario individuando e definendo rigorasamente i confini di ogni profilo professionale concorrente, cosi come richiede il fondamentale principio di responsabilità tutelato e sanzionato dalle normative di riferimento".
Sulla vicenda del trenico di Cogne la responsabilità imputata all’Ingegner Devoti (13 mln di euro) viene poi definita dall’Ordine "abnorme rispetto a quanto è tecnicamente, giuridicamente e umanamente è giustificato attendersi da un’attività professionale come quella dell’ingegnere"
Infine l’Ordine degli ingegneri chiede alla "società civile e a tutti coloro, che hanno il dovere istituzionale di giudicare l’operato professionale di un ingegnere, di valutare questa figura di professionista per l’insostituibile appporto che ha dato e che sempre darà alla crescita di questa nostra Regione, secondo i limiti effettivi della sua operatività".