Difficile non ritenere una pena esemplare i cinque anni di carcere inflitti nella tarda mattinata di oggi, martedì 4 luglio, dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, a Ion Mihalyion, 43enne nato in Romania a processo con le accuse di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori, nei confronti della donna con cui aveva convissuto per un periodo, in Valle d’Aosta.
Difficile non ritenerlo, perché la condanna (le motivazioni arriveranno entro sessanta giorni) ha ampiamente superato la richiesta del pubblico ministero Luca Ceccanti, che nel ritenere puntualmente dimostrata la responsabilità dell’imputato aveva invitato il magistrato ad un verdetto di 3 anni e due mesi per entrambi i reati.
A Mihalyion venivano contestate varie condotte, nell’arco di tre anni: dall’aver picchiato e minacciato (anche con un coltello) l’ex compagna, all’essere passato a pedinamenti e telefonate continue (fino a cento per notte), una volta che la relazione si era conclusa. Lei, deponendo in aula tra le lacrime, ha raccontato di essere stata colpita dall’uomo ed ha spiegato di non averlo denunciato, per lungo tempo, per paura.
Quella paura che – ha spiegato il pm Ceccanti nella sua requisitoria – ha gettato la donna in uno stato d’animo per cui “non riusciva a fare nemmeno 150 metri da casa al luogo di lavoro”, temendo di incontrare l’ex partner. La difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Andrea Urbica, ha ritenuto “vaga, senza una data, senza un referto” l’accusa di maltrattamenti, chiedendo l’assoluzione del suo assistito per il mancato raggiungimento della prova. Per lo stalking, il legale ha invece invocato l’applicazione del minimo della pena.
La condanna inflitta dal giudice Tornatore include l’interdizione perpetua dell’imputato dai pubblici uffici, oltre al pagamento delle spese legali. Gli accertamenti sul caso erano stati effettuati dai Carabinieri.