Nessuna tregua dal maltempo: la guida Gabarrou e la sua cliente verso un’altra notte in parete

Le squadre di guide e l’elicottero di “Air Zermatt” restano in allerta al Breuil, pronti a sfruttare la minima schiarita, anche con l’oscurità, per raggiungere la coppia bloccata ai 3.700 metri, sulla via alla vetta della Dent d’Herens.
La Dent d'Herens.
Cronaca

Nuvole e maltempo non hanno dato tregua per tutto il pomeriggio e per l’alpinista e guida Patrick Gabarrou, bloccato dalle 22.45 di ieri assieme ad una cliente valdostana a 3.700 metri, lungo la via che sale alla Dent d’Herens, si prospetta un’altra notte in quota. La seconda, dopo che l’ascensione in cui erano impegnati i due, per arrivare ai 4.171 metri della vetta tra Svizzera e Italia, ha trovato una battuta d'arresto nel ghiaccio che ricopre la parete, rendendo impossibile continuare.

L’ultimo contatto con gli alpinisti risale alle 13 di oggi. Una chiamata, alla guida del Cervino Lucio Trucco, in cui hanno riferito di stare bene. Da allora, i soccorritori non li hanno più sentiti, ma deliberatamente: per evitare di scaricare le batterie del telefono cellulare, l’intesa è che siano “il Gab” e la sua cliente a chiamare qualora dovessero comunicare qualcosa alle guide raggruppate al Breuil, in attesa di una schiarita utile a decollare e raggiungerli sulla parete ad ovest del Cervino.

Assieme alle squadre del Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza pronte ai piedi della Gran Becca c’è anche l’elicottero di “Air Zermatt”, che in mattinata ha compiuto un paio di tentativi di recupero, andati però a vuoto. Il velivolo è autorizzato al volo notturno e resta posizionato là, in allerta: anche con il buio, una finestra tra le nubi sarebbe sufficiente, pure di breve durata. “Controlliamo le condizioni e siamo pronti a muoverci. – spiega Adriano Favre, direttore del Soccorso Alpino Valdostano – Inoltre, saranno gli alpinisti stessi ad avvisarci non appena dovessero notare, da sopra, le nuvole diradarsi”.

La guida e la sua cliente “hanno patito abbastanza” la notte trascorsa all’addiaccio, continua il racconto di Favre, ma in vista del prolungarsi della permanenza in quota “si sono sistemati meglio”, con un “muretto di pietre” come barriera dal vento che taglia come una lama. Le previsioni meteorologiche per le prossime ore non paiono lasciare troppi margini per “finestre” che possano squarciare la coltre nebulosa, ma Adriano Favre, che da guida conosce il significato della permanenza prolungata in quota, sa anche che il soccorso è questione di attimi. Saperli cogliere fa la differenza tra la riuscita, o meno, di una missione.

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