Operazione “Declino”: il Pm chiede l’assoluzione per i cugini Perrin, accusati di reati elettorali

Richiesti anche un "non luogo a procedere", tre condanne e il rinvio a giudizio per gli imputati che non hanno scelto il rito abbreviato. Prossime udienze il 3 febbraio e il 2 marzo.
Cronaca

Tre assoluzioni, un “non luogo a procedere”, tre condanne e rinvio a giudizio per tutti gli imputati che non hanno scelto il rito abbreviato. Queste le richieste avanzate oggi, mercoledì 13 gennaio, dal Pubblico ministero Pasquale Longarini durante l’udienza preliminare per vagliare le posizioni degli imputati nel processo scaturito dall’operazione “Declino”, condotta dai Carabinieri di Chatillon/Saint-Vincent.

Le due domande di assoluzione (con la formula “perché il fatto non sussiste”) e quella di “non luogo a procedere” riguardano il filone “elettorale” delle indagini e sono relative, rispettivamente, ai cugini Davide (33 anni) e Fulvio (30) Perrin e Cosimo Lippo (38).

Lo scorso 25 novembre, nella precedente udienza, il gup Colazingari aveva accolto l’eccezione del team difensivo, rendendo inutilizzabili le intercettazioni realizzate dai Carabinieri a carico dei cugini Perrin. I legali avevano eccepito che le telefonate fossero relative ad altro procedimento dell’inchiesta, vale a dire il filone principale dell’operazione "Declino", legato a un tentativo di estorsione.

Secondo i Carabinieri, Davide Perrin, candidato per l’Union Valdotaine alle ultime regionali, aveva consegnato sei giorni prima delle elezioni, tramite suo cugino Fulvio, la somma di mille euro in cambio di voti a Cosimo Lippo. Una cessione che, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri era avvenuta in un parcheggio di Nus e che, senza le intercettazioni, diventa difficile da dimostrare.

Proprio attraverso le registrazioni dei militari, infatti, Davide Perrin era stato coinvolto nelle indagini. I Carabinieri tenevano d’occhio due gruppi, uno guidato da Lippo stesso e l’altro da due fratelli albanesi (Bardh e Blerim Prendi), in lotta tra loro per ottenere la gestione del night “Petra club”, in via della Stazione a Chatillon.

Per quella parte dell’inchiesta – da cui sono nate imputazioni per tentata estorsione in concorso, minacce aggravate, lesioni personali, violenza privata, concorso in cessione di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale e della prostituzione – il Pm Longarini ha chiesto l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” a favore di Leonardo Tocci (48 anni di Saint-Vincent), mentre ha richiesto di condannare: a 2 anni e 6 mesi, oltre a 1200 euro di multa, Salvatore Sbarra (64 anni di Saint-Vincent); a 2 anni e 8 mesi, e 1400 euro di multa, Blerim Prendi (30 anni, residente a Quart); a 6 mesi Gerardo Iannone (24 anni, di Aosta).

Per gli altri imputati, che non hanno scelto il rito abbreviato (Salvatore Filice, Salvatore Sbarra, Giovanni Cusimano, Francesco Caffio, Cosimo Magrì e Cosimo Lippo, per i reati non elettorali di cui è accusato), dal Pubblico ministero è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio. La posizione di Bardh Prendi era stata stralciata in passato, perché l’imputato è attualmente irreperibile.

Le prossime udienze, dinanzi al Gup Giuseppe Colazingari, sono state programmate per il 3 febbraio (proseguimento della discussione) e per il 2 marzo (eventuali repliche). Quindi, arriverà la sentenza.

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