“Parere del Cpel falso”, il Gip archivia il fascicolo contro il Presidente Giordano

La vicenda risale al dicembre 2013 quando alla II Commissione consiliare arrivò un parere sul d.l di variazione al bilancio da 68 miioni di euro che riportava la dicitura "del Cpel" quando in realtà a formularlo era stato il Comitato esecutivo.
Il Presidente del CPEL Bruno Giordano
Cronaca

Cadono le accuse di falso nei confronti del presidente del Cpel, Bruno Giordano. La vicenda risale al dicembre 2013 quando alla II Commissione consiliare arrivò un parere sul disegno di legge di variazione al bilancio da 68 milioni di euro che riportava la dicitura "del Cpel" quando in realtà a formularlo era stato il Comitato esecutivo del Celva e non l’Assemblea dei sindaci nel suo complesso. Sul parere, giudicato falso dalla minoranza, si innescò un vero e proprio scontro fra i sindaci e i consiglieri regionali, consumatosi soprattutto sui social. La vicenda finì in tribunale dopo la denuncia dei grillini. Oggi il Gip ha accolto la richiesta della procura, seguita alle indagini dell’aliquota della guardia di finanza di polizia giudiziaria.

Durante le indagini era stato considerato tutto l’apparato normativo dell’organismo di rappresentanza degli enti locali ed erano stati sentiti i consiglieri grillini, la commissione che recepì il parere e alcuni funzionari del Celva. La decisione del giudice per le indagini preliminari risale ai mesi scorsi ma si è appresa oggi.

A margine dell’assemblea del 17 dicembre, Giordano spiegò di avere utilizzato, "vista l’urgenza", la formula "su conforme decisione del consiglio permanente degli enti locali" che era stata "già impiegata almeno altre quattro volte". "Quei soldi o arrivavano entro il 31 dicembre o non arrivavano più", aggiunse, ripercorrendo l’iter adottato: "La delibera era stata approvata dal comitato esecutivo del Celva, che è eletto democraticamente da questa assemblea", per poi "essere iscritta all’ordine del giorno nella prima assemblea utile". L’allora presidente del Consiglio Valle Emily Rini manifestò l’intenzione di inviare una nota per stigmatizzare "la procedura adottata in quanto non rispettosa del regolamento del Cpel", e Giordano rimise il proprio mandato di fronte ai sindaci. La delibera di parere fu comunque approvata all’unanimità dai 63 sindaci presenti.

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